Intervista a Darinka Montico, autrice di Ballando nel silenzio - Leggendo Romance



BLOGTOUR



FREEBIES

Un libro per...

Intervista a Darinka Montico, autrice di Ballando nel silenzio

Darinka Montico - Intervista

Oggi ho il piacere di concludere il blogtour dedicato a Ballando nel silenzio con la mia intervista a Darinka Montico.

Dopo aver letto Ballando nel silenzio mi sono resa conto che fare un’intervista all’autrice sarebbe stato molto complicato, e non perché non avessi domande o interrogativi da porre, quanto piuttosto il contrario. Gli argomenti che Darinka tratta in questo suo “viaggio interiore” mi hanno emozionata e li ho sentiti vicini in molti modi, anche se non sto vivendo a Bali e non ho avuto la possibilità di incontrare una cultura che sento molto profondamente vicina.

A questo punto quali domande porre a questa autrice e viaggiatrice del mondo e dell’anima? Ho capito che non avrei potuto schematizzare il tutto in una normale intervista preconfezionata; quindi, abbiate pazienza se le mie domande saranno frutto delle emozioni e delle riflessioni scaturite dalla lettura, piuttosto che una “fredda” chiacchierata tra lettore e autore.

BALLANDO NEL SILENZIO
Darinka Montico

Ballando nel silenzio di Darinka Montico


Editore: AtreVoci Edizioni
Collana: AltreStrade
Pagine: 240
Prezzo cartaceo: €. 15,90
Prezzo cartaceo: €.   6,99
Link d'acquisto: AltreVoci Edizioni


Cosa spinge una persona a cercare se stessa? E cosa serve per riuscire davvero a ritrovarsi?

Quando il mondo si è fermato, a inizio 2020, le frontiere hanno iniziato a chiudersi e gli aerei sono scomparsi dai cieli come le navi dai mari, Darinka si è trovata di fronte a un bivio: tornare a casa o trovarne una nuova. Lei ha scelto Bali.

Per la prima volta costretta a restare ferma, inizia un’esperienza introspettiva in cui corsi di yoga e di meditazione, sedute mistiche con sciamani, guaritori e cerchi di sorellanza sono i nuovi mezzi di trasporto verso la radice dei propri tormenti interiori. Grazie alle numerose esperienze passate e a una naturale propensione per l’insolito, Darinka inizierà un viaggio incredibile, immobile. Affronterà i nodi del rapporto con i genitori, compromesso da antichi pregiudizi, della percezione distorta della propria femminilità e della consolidata tendenza ad attrarre relazioni tossiche, scoprendo in questo modo che solo lungo la strada verso noi stessi si ritrovano le mete più importanti. 

Fra misticismo e razionalità, Ballando nel silenzio è il curioso diario di un viaggio atteso da tanto, senza saperlo, e insieme un invito a guardarsi dentro. Perché anche quando la musica si spegne, il ballo può continuare.   


INTERVISTA A DARINKA MONTICO
Darinka Montico
  • Grazie di essere qui con me, ma soprattutto grazie per la storia che hai raccontato, la tua storia. “Ballando nel silenzio” è un viaggio nell’immobilità di un lockdown imposto, che però è diventato anche un percorso di conoscenza profonda di te stessa. Quanto ti ha cambiato questo viaggio interiore? Riconosci ancora la Darinka che eri prima del lockdown in quella che sei oggi?
È difficile auto analizzarsi da dentro, non riesco a misurare con precisione quanto sia cambiata, sarebbe come essere in grado di vedersi, senza specchi, o immagini registrate o ascoltare la propria voce da orecchie esterne mentre si parla. I risultati di questo cambiamento, che certamente è avvenuto come sarebbe comunque avvenuto, qualsiasi cosa mi fosse successa, forse sarò in grado di soppesarli con oggettività tra qualche anno. Quello che posso dire con certezza è che sento che gli ultimi due anni a Bali sono stati i più utili della mia intera esistenza e che, probabilmente, prima di quest’esperienza mi sarei vergognata di usare la parola SENTO. Probabilmente si tratta esattamente di questo: se prima ero abituata a riconoscermi nei miei pensieri, ora ho capito che la mia essenza è invece più vicina alle mie emozioni.

Riconosco e abbraccio con dolcezza “le Darinke” che ero e che, in qualche modo, saranno sempre con me: hanno tutte la porta aperta per attraversarmi e venirmi a trovare quando gli pare, senza impegni.
  • Tu sei una viaggiatrice del mondo e - qui prendo spunto da una parte del tuo libro -: una avventuriera, ribelle, temeraria e controcorrente. Qual è stato l’aspetto più difficile da affrontare quando il mondo ha dovuto “fermarsi” a causa del Covid?
Sicuramente durante la pandemia sono stata obbligata a rivedere la mia tendenza a “risolvere” i problemi utilizzando la “strada” come metodo di guarigione. Nei periodi bui spesso ho sognato di ritrovarmi in bicicletta ad attraversare qualche steppa. Il viaggio esteriore è stato un ineccepibile maestro negli anni passati, ma anche una piacevolissima distrazione da ciò che avevo dentro. Se l’anima soffriva, 50 chilometri a piedi o 150 in bicicletta per quella giornata riuscivano ad ammutolire il dolore. Stavolta non ho potuto fare altro che viverlo, conoscerlo ed eventualmente affrontarlo, farci pace.
  • Nel tuo libro tratti un argomento che mi sta molto a cuore, quello del rapporto con i genitori e di come questo possa influenzare, più o meno consapevolmente la propria vita e le proprie relazioni. Puoi raccontarci a quali consapevolezze sei arrivata durante questo anno e quali sono stati i tuoi punti di svolta?
Questo è uno dei punti centrali e, inizialmente, dolenti del libro. Senza inoltrarmi troppo, e svelare le conclusioni grazie alle quali sono riuscita a lasciare andare il fardello di rancore che mi portavo sulle spalle, ho rilevato sulla mia pelle, nei miei quarant’anni di vita, quanto fare finta che certi problemi non esistessero mi avesse in realtà creato ferite ormai quasi in cancrena che avevano una disperata necessità di attenzione. Mi ritengo fortunata ad aver avuto il tempo di guardarci dentro, di disinfettarmi, per quanto il bruciore sia stato a volte pietrificante, ed eventualmente di ammirarle rimarginarsi con premuroso affetto, sia da parte mia che da parte dei miei. La consapevolezza principale è stata la necessità di cambiare atteggiamento, dal libro stesso, calamite che se girate dal lato sbagliato continueranno a respingersi. Bastava mi girassi.

  • In questo tuo racconto non ti nascondi, ti metti a nudo in ogni aspetto della tua vita. Come ti senti nell’aver condiviso con i lettori anche i momenti più oscuri, quelli dell’irrequietezza e della ricerca della libertà che potrebbero essere sottoposti a giudizi a volte negativi?
Benissimo, non sono mai stata una che scrive per compiacere il lettore, o che posta per cacciare like, questo libro è, se possibile, ancora più onesto del solito, si vanno a toccare territori intimi e profondi. Non c’è luce senza buio, se raccontassi solo la meraviglia non sarebbe credibile, scriverlo è stata un’esperienza liberatoria; ora che è in uscita, sono come al solito molto eccitata, galleggio nel limbo tra il fulmine e il tuono. Qualsiasi possano essere le reazioni che provocherà, conosco le mie intenzioni nello scriverlo, le apprezzo e spero che la mia strada possa ispirare il cammino di altri cercatori.

  • Racconti Bali come un luogo in cui il lockdown ha spazzato via quasi totalmente quella “invasione” turistica che l’aveva portata a perdersi un po’ in favore della commercializzazione, per tornare alla semplicità fatta di comunità, di filosofia New Age, pratiche Yoga e riti spirituali. Quanto ti è stato utile rapportarti con queste tecniche? La tua parte “razionale” è ancora in contrasto con quella capace di “credere”?
La mia parte razionale immagino che sarà sempre in contrasto con quella capace di credere, e devo dirle anche grazie. Come devo dire grazie a quella capace di credere. Quest’anno mi è servito anche, e soprattutto, a farle andare d’accordo. Sono complementari ed entrambe necessarie, quello che non era necessario erano il giudizio, i partiti presi, l’altezzosità, l’ego di entrambe. La maggior parte delle nuove pratiche che ho imparato qui a Bali sono state indubbiamente utili, anche le poche che mi hanno semplicemente fatto capire che non facevano per me.

  • Mi ha particolarmente colpito il tuo pensiero verso Dio e la religione, che va oltre al “credere” in qualcosa che non si vede.  Vuoi accennare qualcosa ai lettori?
Volentieri. Prima di scrivere questo libro non credevo in Dio, e continuo a non crederci, semplicemente perché ho capito che “Credi in Dio?” corrisponde alla “Grande domanda sulla vita, l’universo, e ogni cosa” e la risposta potrebbe tranquillamente essere 42. Non si tratta di credere in una storia, litigare su quale storia alcuni umani hanno ricamato sopra meglio di altri. A Dio non si crede, lo si SENTE. E solo in silenzio si è in grado di sentire, le storie non c’entrano.

  • Oriente e Occidente: due mondi che sembrano non potersi incontrare, spiritualità contro razionalità, minimalismo contro consumismo. Cosa pensi di questa diversità? Credi che riusciresti a ritornare a vivere in questa parte del mondo?
Una domanda sulla quale potrei scrivere un altro libro intero. Mi ero innamorata dell’Oriente in Laos, il mio amore continua qui. C’erano cose che mi stressavano da occidentale nel relazionarmi con la flemma laotiana, che si protraggono nel mio presente. È possibile che anche questi due opposti siano complementari. Non credo nemmeno che nell’Ovest prevalga la “razionalità”. Se così fosse, probabilmente non saremmo una civiltà sull’orlo dell’autodistruzione. Minimalista lo posso essere ovunque, volendo. E non necessariamente tutti gli asiatici lo sono, anzi. Sia qui che in Laos (e menziono solo questi due Paesi conoscendoli meglio, ma immagino, gli altri Paesi del continente non siano diversi) è piuttosto comune ostentare la propria ricchezza, se si ha. Il problema è che è meno comune averne rispetto all’Europa. Quello che amo di entrambi questi Paesi, paradosso soprattutto per il Laos, essendo ancora una quasi-dittatura comunista (si vota, ma solo un partito è legale), è il senso di libertà che si respira. Non tanto per la mancanza di regole, se non quanto per l’armonia naturale creata nei piccoli villaggi, dalla loro storia, dalle tradizioni, dalla cultura, dalle solide relazioni comunitarie e famigliari, che molto spesso appaiono quasi indipendenti da un governo centrale, o quanto meno si comportano come se lo siano, facendoti dimenticare l’esistenza di un sistema nel quale l’individuo non ha voce in capitolo nel decidere della propria esistenza.

  • Avrei ancora tantissime cose da chiederti, ma dovrei svelare particolari che desidero i lettori possano aver modo di scoprire da soli. Concludo con un’ultima domanda: quale messaggio vorresti trasmettere a chi sceglierà di leggere “Ballando nel silenzio”?
Di abbracciare quello che viene, di abbandonare il senso di controllo, di concedersi il più liberatorio dei piaceri, denudarsi da ogni maschera (Covid un-related).

 Grazie ancora a Darinka per essere stata qui con noi e per aver condiviso la sua storia.

Ballando nel silenzio di Darinka Montico

Spero che questa intervista vi abbia convinti a intraprendere questo viaggio e vi regali emozioni e riflessioni proprio come lo è stato per me. Vi lascio il mio appuntamento a lunedì, sempre qui sul blog, per parlarvi della mia lettura in maniera più approfondita. Non mancate!



 

Simili che potrebbero piacerti

0 Commenti

Lasciami un commento, risponderò con piacere. Spunta la casella Inviami notifiche per essere avvisato via email dei nuovi commenti inseriti.

Info sulla Privacy

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001. Rare immagini sono tratte da internet, ma se il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro pronta rimozione. L'autore dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, il cui contenuto fosse ritenuto non idoneo alla pubblicazione verranno insindacabilmente rimossi.

Contenuti © Deborah - Leggendo Romance e non solo