Eccoci arrivati alla seconda recensione della giornata, questa volta per Devora, di Franco Buso. 

Devora è romanzo storico reso particolare da un escamotage fantasy che ci permette di percorrere le epoche. 

Questa recensione fa parte dell' (Int)Review Tour, ovvero un tour molto particolare in cui, oltre alle recensioni dei blog partecipanti troverete anche un'intervista a tappe fatta all'autore.

Serie: autoconclusivo

Editore: Independently published

Genere: Romanzo storico

Prezzo copertina cartaceo:   €. 9,81

Pagine: 364
Link acquisto: Amazon

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Come già preannunciavo Devora segue uno spazio temporale che parte nel 1314, in occasione della "Maledizione dei Templari" pronunciata dal Gran Maestro dell'ordine Jaques de Molay, per poi catapiltarcio indietro nel 1288 in Palestina quando una ragazza di nome Miriam, colei che assieme alla figlia Devora traccerà la storia scritta da Franco Buso.

In Palestina conosciamo Miriam, che dopo essere sopravvissuta alla strade dei propri genitori e accolta da una nuova famiglia, durante il viaggio che li porterà ad Acri viene punta da uno scorpione giallo e per lei inizierà un destino diverso, fatto di preveggenza che la porterà a eventi che le cambieranno la vita. Legata a Jacque de Molay, che la introduce tra i Templari. Ma questo dono sembra non fermarsi, infatti anche la figlia, Devora ne sarà portatrice.

Come accennavo la storia di Franco Buso basa su leggende e situazioni reali per poi snodarsi seguendo la vita di queste due donne coraggiose e portandoci a incrociare luoghi e fatti storici diversi, eventi, religione e politica dell'epoca. Miriam, che abbiamo la possibilità di conoscere sin da bambina seguendone il percorso di vita, è una donna coraggiosa, pronta a tutto per la figlia e chi ama. Devora diventa protagonista in un secondo momento, ma avrà un ruolo fondamentale.

Lo stile di Franco Buso è semplice, lineare, descrittivo. Le due protagoniste affascinanti come lo è la possibilità di poter assistere a fatti storici, così come l'elemento sovrannaturale della storia.

Devora è un romanzo storico che è capace di mescolarsi con un elemento fantasy molto interessante che rende la lettura fluida e interessante.

• Svelaci qualcosa che avresti voluto dire in un’intervista, ma che non ti hanno mai chiesto prima.

Non mi hanno mai chiesto niente semplicemente perché non c’è mai stata nessuna intervista. Questa è la mia prima, e devo ammettere che l’ho trovata intrigante e divertente. Ci tengo a sottolineare un aspetto che mi è caro: inventare dei personaggi dà loro una vita, e li senti come tue creature quasi reali. Li vedi crescere e realizzarsi spontaneamente, come se fossero loro a muovere le tue dita sulla tastiera. In quel momento loro sono “veri” e in ognuno di loro c’è una parte di te.

• Infine, hai qualche progetto libroso in corso o per il futuro? Che cosa devono aspettarsi i tuoi lettori?

Ho un progetto “antico”. Una raccolta di racconti, ognuno intitolato con un nome di donna con l’iniziale che va dalla A alla Z dell’alfabeto italiano: quindi 21 racconti, con protagoniste altrettante donne. Ne ho scritti circa la metà in un arco di tempo di qualche decennio (e qui devo confessare la mia incostanza). Devora in teoria sarebbe stato il racconto della donna con la “D”, ma poi è diventato romanzo, perciò con quella lettera dovrò inventarne un altro.

Alla prossima,

     

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