Recensione + intervista L’ULTIMO SPARTANO di Matteo Bruno
Buon venerdì, oggi partecipo al review party per L'ultimo spartano, di Matteo Bruno. Pubblicato da Leone Editore, il romanzo di Matteo Bruno mi ha catapultata in un mondo fatto di battaglie, eroi, intrighi e mistero. Se mi è piaciuto? Molto di più, non trovo le parole per descrivere quanto la storia di Filocrate mi abbia saputo trascinare e coinvolgere.
Non sono solita a leggere romanzi storici, al contrario dell’autore mi piace stare ancorata al presente o fare qualche escursione nel futuro, fa eccezione tutto ciò che ruota attorno alla Grecia e alle mitologie di quei luoghi, agli eroi epici che hanno attraversato i tempi, ed è proprio questo che mi ha subito attratta e convinta a leggere L’ultimo spartano.
Scelta felice e libro bellissimo; ma non solo: grazie a questo review party ho potuto fare una mini-intervista a Matteo Bruno, proponendogli tre domande a cui ha gentilmente risposto e che potrete leggere dopo la recensione.
L’ULTIMO SPARTANO
Matteo Bruno
Editore: Leone Editore
Genere: Narrativa storica d’avventura
Pagine: 350
Prezzo: €. 13,90 brossura
Link acquisto: Ibs
I Balcani sono in fermento. Il giovane re macedone Alessandro Magno ha appena invaso il Medioriente per ampliare il suo dominio. Un mercenario greco, Filocrate di Megalopoli, viene allora inviato in missione a Sparta, per convincere re Agide a rivendicare l'indipendenza della polis e costringere così Alessandro a rivedere i suoi piani di conquista. Tra combattimenti, intrighi e tradimenti, Filocrate si guadagnerà la stima degli spartani e si troverà a guidare i leggendari soldati dai mantelli rossi in un'ultima disperata battaglia per la libertà dell'intera Grecia.
LA MIA OPINIONE
Una storia epica e appassionante, un protagonista che lascia il segno non solo nella storia, un autore capace di condurre per mano il lettore in un'altra epoca e farla rivivere; tutto questo è L'ultimo spartano di Matteo Bruno, una tuffo in un passato lontano che lascia senza fiato.
L’autunno scivolava lentamente nell’inverno, i lecci e gli abeti creavano macchie di verde nel fitto dei boschi, laddove le foglie dei castagni e dei querceti avevano invece assunto tonalità marcescenti e cadevano imputridendo i sentieri.
È lo stesso Filocrate a raccontare la sua storia, quegli anni in cui il suo destino di mercenario mutò e lo mise al centro della battaglia decisiva tra macedoni e spartani. Filocrate è giovane, impulsivo, nel cuore tanta rabbia verso l'uomo che lo ha esiliato, dolore e desiderio di rivedere la sua città, ma soprattutto di sentirsi di nuovo parte di una patria.
Da mercenario combatte per denaro, ma nonostante questo il cuore è guidato dal desiderio di libertà, di scacciare l'invasore macedone. Sono gli anni in cui Alessandro Magno muove verso il Medioriente, anni in cui la Grecia cerca di non soccombere e gli spartani lo fanno combattendo il nemico, cittadini orgogliosi e temerari che non hanno timore di soccombere in battaglia per conquistare la propria libertà.
Ciò che Filocrate ancora non sa è che una missione a Sparta, un messaggio da recapitare a re Agide gli farà scoprire le sue reali radici: non è solo un mercenario, è molto di più.
Filocrate sembra trovare una casa, un amore, ma il destino ha già tessuto le sue trame; amici si trasformano in traditori, dei irascibili sembrano volerlo ostacolare, la morte attende in disparte pronta a tendere le sue mani oscure.
Il destino forse è scritto, ma la differenza è come lo si affronta e Filocrate lo fa a testa alta, con coraggio, resistenza e onestà. Filocrate segue il suo cuore, e il cuore non sbaglia mai a prescindere dall'esito delle cose.
Da mercenario combatte per denaro, ma nonostante questo il cuore è guidato dal desiderio di libertà, di scacciare l'invasore macedone. Sono gli anni in cui Alessandro Magno muove verso il Medioriente, anni in cui la Grecia cerca di non soccombere e gli spartani lo fanno combattendo il nemico, cittadini orgogliosi e temerari che non hanno timore di soccombere in battaglia per conquistare la propria libertà.
Ciò che Filocrate ancora non sa è che una missione a Sparta, un messaggio da recapitare a re Agide gli farà scoprire le sue reali radici: non è solo un mercenario, è molto di più.
Filocrate sembra trovare una casa, un amore, ma il destino ha già tessuto le sue trame; amici si trasformano in traditori, dei irascibili sembrano volerlo ostacolare, la morte attende in disparte pronta a tendere le sue mani oscure.
Il destino forse è scritto, ma la differenza è come lo si affronta e Filocrate lo fa a testa alta, con coraggio, resistenza e onestà. Filocrate segue il suo cuore, e il cuore non sbaglia mai a prescindere dall'esito delle cose.
Matteo Bruno scrive divinamente, ti trascina in un tempo affascinante e magico in cui il destino dell'uomo sembra intrecciarsi al volere degli dei; tutta la ricerca, la cura dei dettagli, la terminologia che richiama quell'epoca, la riproduzione il più fedele possibile di quei luoghi e di quegli avvenimenti permettono al lettore di immergersi completamente all'interno del romanzo; una rappresentazione il più fedele possibile, realistica, un intreccio perfettamente riuscito tra romanzo e storia.
Ho amato tutto di questo libro, ho capito sin da subito, appena finito di leggere la prima pagina che non avrei potuto staccarmene, è uno di quei romanzi in cui scatta subito la scintilla e che coinvolge in un crescendo di emozioni, tra battaglie epiche perfettamente descritte, passioni umane, intrighi e vendette, amore e mistero. Impossibile davvero lasciarlo, al punto che mi sono bastate due serate per terminarlo.
Anche chi non conosce la storia si ritroverà talmente coinvolto da vederla dipanarsi davanti ai suoi occhi; se temete che un libro di questo genere possa annoiarvi state certi che con L'ultimo spartano non potrà accadervi.
Alla fine tanto ero presa e non volevo lasciare il libro da leggere anche le note dell'autore, cosa che ammetto mi capita raramente, ma ne è valsa la pena: ho scoperto dettagli storici che non conoscevo, amato quella sorta di indipendenza e modernità in sui i cittadini di Sparta, soprattutto le donne vivevano, compreso quanta ricerca ci sia stata dietro al romanzo e quanta conoscenza Matteo Bruno abbia della storia, qualcosa che solo un vero appassionato può avere e soprattutto riuscire a trasmettere, cosa che lui a mio parere fa magistralmente.
La mia speranza? Poter vivere altre avventure di Filocrate, scoprire cosa il destino gli ha riservato negli anni seguenti alla storia e dipanare un mistero che non è stato svelato...
Ho amato tutto di questo libro, ho capito sin da subito, appena finito di leggere la prima pagina che non avrei potuto staccarmene, è uno di quei romanzi in cui scatta subito la scintilla e che coinvolge in un crescendo di emozioni, tra battaglie epiche perfettamente descritte, passioni umane, intrighi e vendette, amore e mistero. Impossibile davvero lasciarlo, al punto che mi sono bastate due serate per terminarlo.
Anche chi non conosce la storia si ritroverà talmente coinvolto da vederla dipanarsi davanti ai suoi occhi; se temete che un libro di questo genere possa annoiarvi state certi che con L'ultimo spartano non potrà accadervi.
Alla fine tanto ero presa e non volevo lasciare il libro da leggere anche le note dell'autore, cosa che ammetto mi capita raramente, ma ne è valsa la pena: ho scoperto dettagli storici che non conoscevo, amato quella sorta di indipendenza e modernità in sui i cittadini di Sparta, soprattutto le donne vivevano, compreso quanta ricerca ci sia stata dietro al romanzo e quanta conoscenza Matteo Bruno abbia della storia, qualcosa che solo un vero appassionato può avere e soprattutto riuscire a trasmettere, cosa che lui a mio parere fa magistralmente.
La mia speranza? Poter vivere altre avventure di Filocrate, scoprire cosa il destino gli ha riservato negli anni seguenti alla storia e dipanare un mistero che non è stato svelato...
TRE CURIOSITÀ
Mini-intervista a Matteo Bruno
Quando un romanzo è così bello e si discosta molto da ciò che di solito si legge, le curiosità diventano molte. Io ho avuto occasione di fare tre domande all'autore e questa è la mini-intervista che ho realizzato.
1) Uno scrittore è quasi sempre un grande lettore, quindi vorrei sapere: quali sono i tuoi libri del cuore? Hai un genere preferito o spazi liberamente?
1) Uno scrittore è quasi sempre un grande lettore, quindi vorrei sapere: quali sono i tuoi libri del cuore? Hai un genere preferito o spazi liberamente?
Il mio genere preferito è ovviamente lo stesso che scrivo, quello del romanzo storico con taglio avventuroso e guerresco. I miei romanzi preferiti sono tantissimi e qui ne posso citare solo un piccolo numero: L’Arciere di Azincourt di Bernard Cornwell, L’Armata Perduta di Valerio Massimo Manfredi e Il Signore degli Anelli di Tolkien; adoro anche i classici ottocenteschi di Walter Scott. Tra gli altri generi amo il gotico (come Dracula e Il ritratto di Dorian Grey), il fantasy e le biografie dei grandi personaggi storici. Ovviamente leggo anche libri completamente diversi, comunque in linea di massima non sono un amante delle ambientazioni contemporanee. Per me la lettura è evasione dal quotidiano, leggo per proiettarmi in un mondo diverso da quello che posso trovare fuori dall’uscio di casa.
2) Una curiosità sul romanzo “L’ultimo spartano”. Come è nato il personaggio di Filocrate? Hai tratto ispirazione da qualcuno in particolare o ti sei affidato solo ai riferimenti storici?
Dopo aver scritto Syracusa, il cui personaggio principale è un uomo che combatte per amore e per dovere, sentivo la necessità di cimentarmi con un tipo di protagonista che non avevo mai trattato prima: un mercenario. Ecco che quindi, avendo letto del re spartano Agide che arruolava mercenari per la guerra contro i macedoni, il mio desiderio si è unito ai riferimenti storici. Tutto il resto è venuto sulla scia.
3) Scrivere questo genere presuppone una passione per la Storia. La mia curiosità è questa: c’è un periodo storico che ti affascina maggiormente? E perché?
Ce ne sono molti, ahimè. Di sicuro ben più di quanti riesca a trattare nei miei romanzi. Dire che adoro l’Antichità, e soprattutto l’Antica Grecia, è scontato. Quindi aggiungo l’intramontabile fascino del Medioevo e l’attrazione che ha sempre esercitato su di me l’Ottocento, soprattutto l’epoca vittoriana. Perché questi due periodi? Non saprei spiegartelo, la risposta andrebbe cercata nel campo dell’irrazionalità. Di sicuro posso dirti che nella mia famiglia (pur essendo tutti appassionati di storia) nessun altro predilige queste ambientazioni, per cui la mia passione è scaturita senza che fossi stato educato in tal senso.
Grazie Matteo per aver risposto alle mie tre domande ed essere stato ospite sul blog.
Grazie a te, Deborah! È stato un grande piacere.
Ricordate di passare anche dagli altri blog partecipanti a leggere le loro recensioni:
Il mondo di sopra | Libri, libretti e libracci | Scaffali da riscrivere | Living among the books page | Fantasticando sui libri | Reading at the T.A.R.D.I.S | Romance e altri rimedi
Ci leggiamo presto,Il mondo di sopra | Libri, libretti e libracci | Scaffali da riscrivere | Living among the books page | Fantasticando sui libri | Reading at the T.A.R.D.I.S | Romance e altri rimedi
3 Commenti
Un libro e un autore interessanti
RispondiEliminaL'ho aggiunto alla mia lista, mi piacciono molto i romanzi storici :)
RispondiEliminaGreat posst
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