È passata mezz'ora. Non è che sia un tempo molto lungo. Non basterebbe per guardare un episodio di Buffy, o...che so...bollire una grossa patata. Ma per distruggere una carriera è più che sufficiente.

Il lavoro per Leena è un'ancora di salvezza, un rifugio nel quale precipitarsi per non pensare, per non affrontare il dolore e la rabbia che prova, quella stessa rabbia che scarica verso la madre, con la quale i rapporti si sono incrinati proprio quando la perdita ha toccato la loro famiglia.

Di solito, quando mi sento così, mi metto a lavorare. Se possibile, qualcosa che preveda dati in quantità: le cifre sono meglio delle parole per schiarirti le idee. È la loro durezza, come una matita sottile rispetto al carboncino.

Poi anche il lavoro in qualche modo l'abbandona e Leena si ritrova a costretta a cambiare vita, abitudini e cercare di adattarsi a ritmi completamente diversi e persone che non fanno dell'apparenza il loro stile. Leena prende in qualche modo le veci di sua nonna nel paese in cui lei vive e si trova a riappropriarsi di un lato di lei che si era allontanato, proprio come lei stessa aveva cercato di stare lontana dalla sofferenza.

Non sono sicura di conoscere il modo migliore di guarire - dico con un filo di voce - Non sono sicura che me la sto cavando troppo bene, a dirla tutta.

Piano piano si trova coinvolta nell'organizzazione di eventi del paese, a confrontarsi con uomini e donne di età diverse e diversa mole di esperienza, e in tutto questo ritrova la parte più genuina di sé, portando anche una ventata del suo spirito di iniziativa, del suo senso di giustizia e di collaborazione.

Volevo vincere. Ma raccogliere tutte le informazioni è stata la cosa più divertente che abbia fatto negli ultimi anni, e perlomeno ho conquistato Arnold, e l'ho spinto a partecipare a un comitato.

Leena però pensa, tanto, e il suo pensare la porta spesso a cercare di valutare ogni rischio che potrebbe profilarsi all'orizzonte. In qualche modo il suo obiettivo è cercare di fare la scelta giusta, ma come qualcuno le fa notare, quella scelta magari è ciò che ci si aspetta, è ciò che provoca meno stravolgimenti e dolore, scossoni, ma sarà anche la scelta giusta per lei?

Il mio cervello non sa quando è ora di fermarsi. Scommetto di riuscire a immaginare venti scenari catastrofici prima che a te ne venga in mente uno.

Leena è una protagonista che conosciamo in un modo e che dovrà affrontare tutti i suoi sentimenti, quelli che cerca di reprimere tenendosi impegnata per crescere e scoprire se stessa.

Resto immobile, e mi concendo di sentire la sua mancanza. La accolgo. E non mi spezzo.

È bello far parte del suo percorso, riuscire a scoprire le sue sfaccettature e l'autrice è stata capace di trasmettere le sensazioni, i dubbi che si ritrova ad affrontare.

Leena è un personaggio forte, umano, molto realistico nel quale poter ritrovare una parte di noi. Le fasi che attraversa, gli avvenimenti che si trova davanti sono concreti, cose che purtroppo possono capitare a tutti noi e i suoi passaggi, i momenti di rabbia, di dolore, di conoscenza sono tutte fasi necessarie perché questa giovane donna riesca a trovare la sua strada, la sua sicurezza e, perché no, anche il vero amore.

Allora che ne pensate di questo personaggio? Se volete scoprire qualcosa di più su Otto settimane per cambiare vita continuate a seguirci nel blogtour e recuperate le tappe precedenti!