Blogtour Oltre il muro c'è un placido fiume di Saverio Tomasella
Avete mai letto un romanzo che oltre a una bella storia ci dia anche dei preziosi consigli per migliorarci? È quello che troverete tra le pagine di Oltre il muro c'è un placido fiume di Saverio Tomasella, edito Rizzoli.
Oltre il muro c'è un placido fiume parla di quel meccanismo mentale che in molti attuiamo, quel desiderio di poter controllare tutto perché nulla di inaspettato e pericoloso possa accadere: il maniac control, ovvero il controllo maniacale. Perché ci accade? Quali sono le conseguenze? E come superarlo? Ecco di cosa vi parlerò oggi in questa mia tappa grazie alla protagonista del libro e a qualche ricerca che ho fatto. Ma prima la scheda del libro e il ringraziamento doveroso a Ely di Il regno dei libri e Susy di I miei magici mondi per avermi nuovamente coinvolta in uno dei loro fantastici eventi.
«Sono sempre stressata, sotto pressione, non mi do mai tregua, non mi rilasso mai. Sento sempre una voce critica e feroce dentro di me che pretende sempre più e mi sminuisce sistematicamente, qualunque cosa io faccia. Ho un lato oscuro che faccio di tutto per tenere nascosto. Posso ingannare gli altri, ma di certo non me stessa».Béa aggrotta la fronte e le porge una tazza fumante. «Cosa intendi dire?»«Fingo di star bene» risponde Estelle, prendendo la tazza. «Cerco di far credere agli altri di essere felice, ma non ci credo nemmeno io. Prendo tutti in giro»
OLTRE IL MURO C'È UN PLACIDO FIUME
Saverio Tomasella
Saverio Tomasella
Editore: Rizzoli
Genere: Narrativa contemporanea | Benessere
In ufficio o in palestra, a tavola o al matrimonio della sua migliore amica, Estelle controlla ogni cosa. Conta i chilometri e le calorie, non tollera alcun errore con la figlia, nei rapporti con i clienti o nel comportamento di ogni nuovo compagno, che scarica al primo passo falso. Sola con i suoi rimorsi, si consuma rimuginando sui fallimenti e sulla sua insoddisfazione. Fino al giorno in cui Béa, la sua vicina di casa, una splendida sessantenne, bussa alla sua porta. Con la sua allegria e la sua sensibilità, la sua schiettezza e la sua capacità di ascoltare, questa fata madrina le sconvolgerà la vita e l’aiuterà, finalmente, a lasciar correre...
Estelle, la protagonista del libro di Saverio Tomasella è una madre single maniaca del controllo, ovvero vive la sua vita cercando di controllare ogni cosa in maniera compulsiva, che si tratti di cose concrete quanto di relazioni sociali.
Ma cosa significa essere maniaci del controllo? Questo disturbo si annovera tra i comportapenti ossessivi compulsivi e si presenta in diverse forme e in diversi stadi di gravità, diventando a volte un limite per chi ne soffre e portando a comportamenti che pregiudicano la vita quotidiana e, in particolar modo, le relazioni sociali.
Come Estelle vivere cercando di mantenere sempre il controllo su ogni cosa è il sintomo di uno stato d'animo più profondo, che deriva dal temere di vedere le cose andare a rotoli, di soffrire e sentirsi in colpa per qualcosa che è accaduto.
Spesso capita che chi soffre di controllo maniacale si ritrovi ad avere dei comportamenti ossessivi, come quelli di Estelle che controlla e ricontrolla che sia tutto perfettamente in ordine, che ogni imprevisto sia calcolato ed evitato, per poi passare all'alimentazione sua e della figlia che deve essere sana, mentre lei si sfinisce di esercizi per mantenersi in forma.
Anche se questi possono in un certo senso apparire come disturbi di poco conto (in fondo cosa c'è di male a volere che tutto vada bene ed essere in salute?), spesso può arrivare la rabbia, atteggiamento che anche Estelle prova in certi momenti, in particolare riguardo agli uomini.
Estelle non riesce a lasciarsi andare, è proprio il suo tenere tutto sotto controllo, il volere che tutti seguano delle regole a impedirle di lasciarsi andare soprattutto in amore. Come Estelle, chi soffre di questa patologia tende a volere che anche chi vive loro accanto si comporti allo stesso modo, e questo crea attrito, ma soprattutto ci si limita nel lasciarsi andare, nel vivere appieno le sensazioni e i sentimenti, perché tutto può essere causa di insofferenza, al punto da allontanare da sé le persone al primo errore.
In definitiva essere maniaci del controllo diventa un vero e proprio stile di vita, qualcosa a cui è difficile rinunciare, ma che allo stesso tempo fa soffrire. Estelle è la prima a capire che limitarsi in questo modo significa non permettersi di vivere e amare, ma saperlo non la aiuta di certo a superare il problema.
Estelle si sente sempre nel giusto, sono gli altri a non comprenderla e questo è un altro sintomo di ciò con cui combatte (o non combatte per la verità).
Ma come tornare a vivere le emozioni vere, a permetterti di lasciare entrare le persone nel tuo cuore per come sono, accettare quegli imprevisti che, seppur capaci di sconvolgere la tranquillità che si è raggiunta possono essere la chiave per realizzarsi ed essere finalmente felici?
Estelle ha la fortuna di incontrare qualcuno sul suo cammino che sa come comportarsi con lei, la aiuta a intraprendere un cammino per ritrovare sé stessa. Vivere controllando ogni cosa è stressante, ma allo stesso tempo è una situazione difficile da superare, anche se è assolutamente possibile. Come il percorso che intraprende Estelle, fatto di piccoli passi, esercizi di rilassamento, pensieri che rigenerano e sensazioni nuove da ricercare. E tutti questi passi sono raccontati nel romanzo, e per questo sono anche capaci di aiutare tutti noi al di là della storia.
Ma cosa significa essere maniaci del controllo? Questo disturbo si annovera tra i comportapenti ossessivi compulsivi e si presenta in diverse forme e in diversi stadi di gravità, diventando a volte un limite per chi ne soffre e portando a comportamenti che pregiudicano la vita quotidiana e, in particolar modo, le relazioni sociali.
Come Estelle vivere cercando di mantenere sempre il controllo su ogni cosa è il sintomo di uno stato d'animo più profondo, che deriva dal temere di vedere le cose andare a rotoli, di soffrire e sentirsi in colpa per qualcosa che è accaduto.Spesso capita che chi soffre di controllo maniacale si ritrovi ad avere dei comportamenti ossessivi, come quelli di Estelle che controlla e ricontrolla che sia tutto perfettamente in ordine, che ogni imprevisto sia calcolato ed evitato, per poi passare all'alimentazione sua e della figlia che deve essere sana, mentre lei si sfinisce di esercizi per mantenersi in forma.
Anche se questi possono in un certo senso apparire come disturbi di poco conto (in fondo cosa c'è di male a volere che tutto vada bene ed essere in salute?), spesso può arrivare la rabbia, atteggiamento che anche Estelle prova in certi momenti, in particolare riguardo agli uomini. Estelle non riesce a lasciarsi andare, è proprio il suo tenere tutto sotto controllo, il volere che tutti seguano delle regole a impedirle di lasciarsi andare soprattutto in amore. Come Estelle, chi soffre di questa patologia tende a volere che anche chi vive loro accanto si comporti allo stesso modo, e questo crea attrito, ma soprattutto ci si limita nel lasciarsi andare, nel vivere appieno le sensazioni e i sentimenti, perché tutto può essere causa di insofferenza, al punto da allontanare da sé le persone al primo errore.
In definitiva essere maniaci del controllo diventa un vero e proprio stile di vita, qualcosa a cui è difficile rinunciare, ma che allo stesso tempo fa soffrire. Estelle è la prima a capire che limitarsi in questo modo significa non permettersi di vivere e amare, ma saperlo non la aiuta di certo a superare il problema.
Estelle si sente sempre nel giusto, sono gli altri a non comprenderla e questo è un altro sintomo di ciò con cui combatte (o non combatte per la verità).
Ma come tornare a vivere le emozioni vere, a permetterti di lasciare entrare le persone nel tuo cuore per come sono, accettare quegli imprevisti che, seppur capaci di sconvolgere la tranquillità che si è raggiunta possono essere la chiave per realizzarsi ed essere finalmente felici?
Estelle ha la fortuna di incontrare qualcuno sul suo cammino che sa come comportarsi con lei, la aiuta a intraprendere un cammino per ritrovare sé stessa. Vivere controllando ogni cosa è stressante, ma allo stesso tempo è una situazione difficile da superare, anche se è assolutamente possibile. Come il percorso che intraprende Estelle, fatto di piccoli passi, esercizi di rilassamento, pensieri che rigenerano e sensazioni nuove da ricercare. E tutti questi passi sono raccontati nel romanzo, e per questo sono anche capaci di aiutare tutti noi al di là della storia.
Spero che questo approfondimento si sia rivelato interessante e vi lascio il calendario dove trovate i blog su cui potrete leggere tutti gli altri articoli relativi a questo bel libro.
7 Commenti
Bellissimo post Deb.
RispondiEliminaQuesto libro per quanto scritto in maniera leggera affronta un argomento importante e io l'ho trovato davvero carinissimo
credo che tutti abbiano questo incessante bisogno di controllare tutto ciò che accade anche se non sempre si può far qualcosa. Trovo che il libro sia interessante anche per questo, un consiglio è sempre gradito,chissà che non si possa riuscire a gestire meglio questo problema
RispondiEliminaAnche a me piacerebbe avere sempre tutto sotto controllo.. purtroppo ciò non sempre è possibile! In molte persone hanno spesso questa "mania". Penso che Estelle sia fortunata ad incontrare qualcuno, nel suo cammino, che l'aiuta a risolvere questo problema...
RispondiEliminaUn romanzo molto particolare che affronta tematiche molto importanti. Grazie per avermelo fatto conoscere
RispondiEliminaMi hai incuriosito voglio leggere questo libro, sopratutto anche se si trovano riflessioni per migliorare se stessi
RispondiEliminaAlessandra
Una trama avvincente,mi ha molto incuriosita faccio un salto in libreria.
RispondiEliminaPotrebbe essere una lettura interessante,scommetto che può stupire questo romanzo ...le premesse ci sono tutte!
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