Credevo fosse amore di Silvia Bonizzi: Recensione in anteprima - Leggendo Romance



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Credevo fosse amore di Silvia Bonizzi: Recensione in anteprima

COPIA DIGITALE FORNITA DALL'AUTRICE
Buongiorno e buon inizio settimana! Oggi vi parlo di una storia che ha saputo emozionarmi tantissimo, quella scritta e contenuta in Credevo fosse amore, il nuovo romanzo di Silvia Bonizzi in uscita domani.

Credevo fosse amore mi ha toccato l'anima con una storia vivida e realistica, facendomi riflettere su temi importanti e riuscendo ad scandagliarne profondamente gli aspetti psicologici. Una storia d'amore, di comprensione verso cosa questo sentimento sia realmente.

Silvia Bonizzi mi ha completamente conquistata con Credevo fosse amore facendomi attraversare una tempesta di emozioni.

CREDEVO FOSSE AMORE
Silvia Bonizzi

Serie: autoconclusivo
Editore: Self publishing
Genere: Romance contemporaneo

Data pubblicazione: 12 marzo 2019
Link acquisto: ---

Lei si chiama Lia e ha lo sguardo spezzato, stanco e triste di chi nasconde un vuoto. Cela il colore vivo dei suoi occhi sotto un velo di malinconia. Ma io l’ho vista sorridere, ho visto quegli occhi tornare a brillare e il suo cuore alleggerirsi.

No, lei non è una donna come tutte le altre, è il respiro nel quale vorrei perdermi, è il battito che vorrei afferrare e confondere con il mio, è il corpo perfetto e il volto bellissimo di chi porta sul petto il peso di un presente ingombrante.

Io sono l’altro. Sono l’uomo che non può scegliere, ma sono anche l’unico in grado di ricostruire i suoi sorrisi distrutti, regalarle il sole in una giornata di pioggia e di stringerle la mano quando il mondo sembra investirla. Non posso prenderla. Non posso toccarla. Non posso raggiungerla. Eppure le mie mani la cercano e i nostri sguardi si scontrano per esplodere come fuochi d’artificio nel cielo più buio. Voglio colorare le sue notti, voglio spazzare via le nuvole con la forza del mio cuore, della mia anima, dei miei respiri. Voglio trattenerla nei miei abbracci e scaldarla durante i lunghi inverni. Voglio la mia splendida creatura.

Non sono un angelo, ma so alleviare le sue ferite. Non sono perfetto, ma lo divento nell’istante in cui le sue dita si intrecciano alle mie.

Lei non lo sa, ma quello sguardo spento quando si scontra con il mio diviene vivo, intenso, palpitante. Perché quello sguardo, dal nostro primo incontro, mi appartiene.


LA MIA OPINIONE


Esiste solo un tipo di amore: quello capace di farti stare bene, che ti permette di essere te stesso e, anzi, ti sprona a dare il meglio, mostrandoti la sua totale fiducia, il rispetto e la vicinanza. Tutto il resto non è amore, ma spesso lo si confonde, non lo si vuole vedere per ciò che è, non si ha la forza di ammettere con sé stessi ciò che stiamo realmente vivendo.

Lia è una donna molto bella, all'apparenza forte e indipendente, ma che nasconde una fragilità profonda, un segreto che le ha tolto la luce che un tempo brillava nei suoi occhi, spegnendoli, rendendola inerme. Lia ha sposato il suo primo amore, il vicino di casa con il quale è cresciuta, colui con il quale ha vissuto ogni esperienza, il ragazzo prima e l'uomo in seguito che ha sempre promesso di proteggerla e la ama di un amore esclusivo; un amore che nel tempo ha svelato il suo aspetto più malato e che ha in qualche modo costretto Lia a delle scelte dolorose. Lia e la sua famiglia si sono allontanti, lei e il marito sono diventati l'uno il centro del mondo dell'altra.

Luca, il marito di Lia nasconde un lato oscuro che si intravede sempre più spesso; quello stesso lato che lei sembra non volere vedere, perché non ha conosciuto altro modo di amare, perché spesso lui la fa sentire in difetto, ma soprattutto perché non vuole credere che il ragazzo di cui si era innamorata sia diventato un uomo capace di ferirla così tanto.

Matteo arriva nella vita di Lia come una boccata d'aria, lui, con il suo essere sincero, aperto, divertente e sapendola comprendere anche attraverso i suoi silenzi diventa sin da subito una persona essenziale, l'unica che le ricordi quanto possa essere meravigliosa, l'unico a possedere la chiave per riportare la luce nei suoi occhi. Per la prima volta Lia vuole tenere qualcosa per sé, vuole vivere questo legame andando contro tutto, anche se senza spingersi oltre.

Quella che potrebbe sembrare una scelta facile, proprio come nella vita reale, non lo è affatto. Troppi sono i sentimenti in gioco, troppi i sensi di colpa e i pericoli, le paure e il senso di fallimento. Lia saprà scegliere la strada giusta o per lei non c'è ormai più via di uscita?

Sinceramente non vorrei svelarvi l'argomento principale attorno al quale si sviluppa la storia di Lia, non è nominato nella trama e non voglio fare spoiler di alcun tipo perché questo è un romanzo che deve essere "vissuto" senza avere troppe informazioni, proprio perché ogni tassello che si svela pagina dopo pagina aumenta il pathos ed è capace di suscitare più sentimenti che a mio parere devono scaturire improvvisamente, senza aspettative, ma lasciandosi trasportare dagli eventi e dalle proprie riflessioni.

Non posso però esimermi dall'accennare al fatto che Silvia Bonizzi parla di un dramma molto attuale e sempre più spesso al centro della cronaca di ogni giorno. Lo fa con delicatezza, senza nascondere nulla, raccontandone i risvolti psicologici, cercando di mostrare quali passaggi emotivi e mentali portino a compiere alcune scelte che viste dall'esterno non si riescono a comprende, smuovendoci qualcosa dentro e permettendoci di riflettere profondamente.

Ho amato tantissimo la storia d'amore che è stata creata, qualcosa di puro, tangibile e realistico. Un amore che sa sostenerti, accompagnarti e consolarti. Matteo è un personaggio meraviglioso, è l'unico aggettivo con il quale lo si può descrivere; ho apprezzato il suo coraggio, il suo lasciare da parte le paure per lasciarsi andare a un sentimento che potrebbe dilaniarlo, ma anche la sua capacità di andare oltre a ciò che prova per il bene di chi ama, il suo esserci sempre nonostante tutto. Lia è una donna di una fragilità estrema, le cui scelte a volte non riuscirete a  capire e magari giudicherete, ma che vi farà provare una forte tenerezza e istinto di protezione, vi sentirete vicini a lei e la accoglierete nel vostro cuore senza remore.

Lo stile dell'autrice è scorrevole, ricco e in grado di trasmettere ogni emozione. Le sue descrizioni sono vivide e hanno la capacità di farci percepire le sensazioni che ne scaturiscono. La scelta di alternare i punti di vista dei due protagonisti la apprezzo sempre, ancor più in questo caso perché mi ha permesso di comprendere tutti i sentimenti e i pensieri in gioco, sia dalla parte di chi la situazione la sta vivendo, sia da quella di chi ne è spettatore esterno ma pur sempre coinvolto e questo mi ha consentito di entrare realmente a far parte di questa storia elaborandone ogni suo aspetto. Iniziare a leggere questo romanzo significa non potersene staccare sino alla sua conclusione.

Credevo fosse amore è una storia di un'intensità straordinaria, che sa strapparti il cuore per poi rimetterne insieme i pezzi, dove i sentimenti prendono sfumature sempre diverse e ogni attimo ti rende partecipe, ogni sensazione, bella o brutta, positiva o negativa riesce ad attraversarti la pelle. La storia di Lia non può lasciare indifferenti, tocca corde emotivamente profonde, ci si sente a volte impotenti, altre volte si prova rabbia, più spesso si vorrebbe poter essere presenti per intervenire.

Silvia Bonizzi ha scritto un romanzo che sa far riflettere profondamente donne e uomini, infatti questa volta mi sento di consigliarne la lettura anche a loro, perché Credevo fosse amore non è solo una storia d'amore, ma è anche un insegnamento, una finestra su una realtà purtroppo attuale su cui tutti, indistintamente dovremmo porre la nostra attenzione. 

Basta una sola parola per descrivere questo romanzo: intenso.

Assolutamente da leggere.







Alla prossima,
     





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