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Blogtour L’ALBERO DELLE ALBICOCCHE di Beate Teresa Hanika


Buongiorno, eccomi qua pronta per la mia tappa dedicata al romanzo L’albero delle albicocche, di Beate Teresa Hanika, edito Piemme.

Se state seguendo il blogtour avrete già capito che il romanzo della Hanika tratta un argomento che ci sta molto a cuore, quello dell'Olocausto, ma non solo. Oggi il mio compito sarà proprio quello di parlarvi delle tematiche del romanzo, prima però la scheda.

Un albero in un cortile di Vienna.
Il ricordo più struggente di tutti.
Quali sono i ricordi che fanno una vita?

L’ALBERO DELLE ALBICOCCHE
 Beate Teresa Hanika

L'albero delle albicocche
Editore: Piemme
Genere: Narrativa
Pagine: 228
Prezzo: €. 9,99 ebook | €. 18,50 cartaceo
Link acquisto: Piemme


Un albero di albicocche in un cortile di Vienna. È uno dei primi ricordi, e forse il più struggente, di Elisabetta. A quei tempi, vivevano ancora tutti in quella grande casa: sua sorella, bellissima, che prendeva il sole in giardino, ammirata dai ragazzi del vicinato; la madre che cantava tutto il giorno; il papà che tornava sempre a casa con regali sorprendenti, come la piccola tartaruga Hitler. Fino al giorno in cui ogni cosa finì, quando arrivarono le SS, e presero tutti. Tutti tranne Elisabetta, che non era in casa in quel momento. E, unica in tutta la sua famiglia, riuscì a salvarsi. Dalle SS, dai campi, dalla guerra: restando prigioniera, però, di un vuoto che l'accompagnerà per sempre. Da allora, Elisabetta segna ogni anno che passa con una nuova marmellata fatta con i frutti del suo albero. Un modo per non dimenticare. Ma la sua vita tranquilla e isolata di donna ormai anziana, che si porta dietro il peso dei ricordi, viene improvvisamente rivoluzionata quando in casa sua viene ad abitare una giovane ballerina tedesca, con la quale pian piano nasce una bizzarra amicizia. Ma Pola, scoprirà Elisabetta, sa molte più cose del passato della sua famiglia di quante l'anziana donna possa immaginare...… E forse, per lei, è arrivato il momento di conoscere la verità su ciò che è successo ai suoi genitori e sua sorella. Un romanzo intimo e luminoso, una storia toccante che esplora il doloroso passato di un'intera generazione, regalando momenti di profonda commozione.


LE TEMATICHE DEL ROMANZO


Questo romanzo tratta molte tematiche, partendo dall'Olocausto che è il filo conduttore e segna indelebilmente la storia della protagonista e non solo, parla anche di famiglia, amore, discriminazione e del tempo che scorre inesorabile.
Il dilemma di quelli che sono rimasti, la colpa di quelli che sono sopravvissuti: non possono perdonarsi qull'unico secondo che li ha salvati.
Campi di concentramento
Elisabetta, la protagonista del romanzo della Hanika è una sopravvissuta, si è salvata dalla deportazione per pura fortuna, o per destino. 

È attraverso i suoi occhi e i suoi ricordi di donna ormai anziana che entriamo con dolore in quel periodo in cui l'olocausto avveniva. Il genocidio degli ebrei l'ha toccata da vicino proprio durante l'adolescenza portandole via tutti i suoi cari in un attimo. 

Il tema dell' Olocausto in questa storia viene trattato principalmente dal punto di vista di chi è rimasto, di chi non ha vissuto direttamente i campi di concentramento, ma che non per questo ha sofferto di meno. 

È attraverso il dolore, l'angoscia, la speranza che ha segnato la vita della protagonista che noi lettori possiamo ricordare, non dimenticare un periodo storico che ha segnato profondamente l'umanità. 
Lì non si può tenere per mano nessuno: ognuno varca il cancello da solo. Dopodiché ti prendono tutto: le cose, il tuo nome, tutto.
Campi

Quegli anni hanno segnato tutti, anni che non si devono dimenticare ed è proprio l'importanza di non dimenticare, di tenere memoria uno degli altri temi del romanzo. Elisabetta ricorda, ricorda anche ciò che non ha vissuto direttamente e lo mostra al lettore senza nascondere, senza celare quei momenti.
Il piano superiore mi causava dei dolori, al centro del petto: a tratti il mio cuore smetteva di battere, e dovevo fargli riprendere il ritmo con un respiro profondo.

Dai suoi ricordi emerge forte il tema della famiglia, con le incomprensioni, i bisticci, le piccole attenzioni quotidiane. La famiglia è un perno centrale nella vita di tutti, senza si perde in qualche modo la direzione, si commettono errori, si cerca l'amore dove non esiste.





Ed ecco che si parla anche d'amore. L'amore romantico, quello di cui si ha bisogno per non sentirsi completamente soli, quello forte che va contro ogni pregiudizio e convenzione. I pregiudizi, soprattutto in quegli anni e anche dopo sono un altro grande tema di questo romanzo.

Tutto ciò che accade è conseguenza del pregiudizio, dell'odio razziale e fondamentalmente della paura del diverso. Sembrano tempi lontani, ma l'autrice mostra come il tempo non li abbia distrutti del tutto, come ancora esista e sia pericoloso.

Il tempo che passa inesorabile è rappresentato proprio da Elisabetta, una vita intera vissuta cercando di sopravvivere al ricordo e al dolore, l'età che porta con sé gli acciacchi e la mente che si indebolisce, ma non lo spirito. 


Tante tematiche, tutte raccolte in un'unica storia che fa riflettere, esorta a non lasciarsi sopraffare, ad avere coraggio per andare avanti senza dimenticare le proprie radici, proprio come l'albero delle albicocche della protagonista, che ogni anno, nonostante tutto dona i suoi frutti, perché la vita è un dono in qualunque caso.


Ci leggiamo presto,

Deborah_thumb1_thumb



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