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Recensione FARSI FORZA di L.A.Witt

Farsi forza

Buon lunedì, la recensione che vi propongo oggi è per il romanzo Farsi Forza di L.A.Witt, in uscita oggi per Triskell Edizioni, collana Rainbow e primo volume della serie Tucker Springs.
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Si parla di famiglia, di amore, ma soprattutto di quanto sia importante l'onestà dei sentimenti per poter sperare che i pregiudizi vengano finalmente sconfitti.

Farsi forzaTitolo: Farsi forza
Titolo originale: Where nerves end
Serie: Tucker Springs #1
Autore: L.A. Witt
Traduttore: Micol Mian
Genere: Romance MM Contemporaneo
Pagine: 200Sinossi

Jason Davis è in grado di gestire una rottura. E un mutuo esagerato. E un’attività che non si decide a decollare. E il dolore lancinante di una lesione alla spalla che lo tiene sveglio la notte. Ma tutto insieme? Non è altrettanto facile. Quando infine la spalla lo porta a un punto di rottura, Jason segue il consiglio di un amico e accetta di provare con l’agopuntura.

L’agopuntore Michael Whitman è un padre single che fatica ad arrivare alla fine del mese. Quando un amico comune gli manda Jason come paziente, e quest’ultimo suggerisce di andare a vivere insieme per alleviare le rispettive difficoltà economiche, Michael coglie l’opportunità al volo. Ma in poco tempo Jason inizia a pentirsi della proposta: è troppo attratto da Michael e vivere con lui è più difficile del previsto. In effetti la tentazione di ammettere i propri sentimenti sarebbe quasi irresistibile, se non fosse che Michael è etero. O almeno, questo è ciò che sostiene il loro amico comune.


RECENSIONE
Due protagonisti e una storia radicate nella realtà quotidiana, con i problemi che tutti noi potremmo trovarci ad affrontare, causa di stress e preoccupazioni, ed è proprio per questo che durante la lettura ci si sente vicini a questi personaggi, stimandone il coraggio e apprezzando il senso di solidarietà che traspare: Jason e Michael sono due persone che potremmo facilmente incontrare ed è facile affezionarsi a loro.

Jason sta attraversando un periodo che definire difficile è riduttivo: il suo compagno l’ha lasciato e al dolore per la fine di una convivenza si somma la difficoltà a far fronte a una rata di un mutuo troppo alta per una sola persona; il club per gay che gestisce a Tucker Springs non rende abbastanza, da quando ha perso il suo socio le entrate non coprono le spese e il rischio è il fallimento; inoltre Jason soffre di un dolore cronico alla spalla che lo distrugge oltre che non farlo dormire. Ce ne sarebbe abbastanza per abbattere chiunque, ma Jason ha coraggio, forza di volontà, determinazione e soprattutto non vuole mollare sino a quando non ci siano più speranze. Un uomo da ammirare, ma tutto lo stress che accumula non fa altro che rendere il dolore più acuto e il rischio di mollare è in agguato.

Grazie a un amico comune, dopo molte resistenze Jason si decide a rivolgersi a un agopuntore, ed è così che conosce Michael. Michael è fermamente convinto della sua professione, è un uomo bellissimo, divorziato e padre di un bambino un po’ timido, ma molto intelligente. Anche Michael ha delle difficoltà a pagare l’affitto ed è questo che inizialmente avvicina i due protagonisti. In situazioni di difficoltà l’alleanza dona forza e Michael si trasferisce a casa di Jason per dividere le spese. Un grande amore lo unisce al figlio, ha un rapporto amichevole con l'ex moglie e dei genitori tradizionalisti, che l'hanno educato in un ambiente dove essere gay è visto come qualcosa di non normale, ma nonostante questo Michael ha una mentalità aperta, il suo migliore amico è gay e non ha alcun problema ad accettare di vivere con qualcuno dichiaratamente omosessuale. Micheal è però anche un uomo che non ha ancora avuto il coraggio di pensare a sé sino in fondo, ha sempre cercato di mettere il bene di chi ama al primo posto, trascurando ciò che sente e ciò che lo renderebbe completo.

Tra i due protagonisti c’è affinità, amicizia, Jason sembra andare d’accordo anche con Dylan, il figlio di Michael e tutto procede nel migliore dei modi…se non fosse per l’attrazione che Jason prova nei confronti del suo coinquilino, dichiaratamente etero.

Le cose si complicheranno, Jason dovrà fare i conti con un sentimento che potrebbe non essere corrisposto e Michael dovrà fare chiarezza dentro di sé cercando di capire quale sia la cosa giusta da fare, superando il timore di fare del male al figlio.

Ciò che mi ha colpito di questo romanzo è la delicatezza con cui la Witt riesce a trasmettere le emozioni dei personaggi coinvolti. Il tema del dolore cronico non l’ho trovato spesso nei romanzi, è un argomento di cui non si parla tanto in generale anche se in realtà è qualcosa di molto serio che in questo caso l’autrice affronta avendo la capacità di descriverne le sfumature, ciò che veramente significa e come questo condizioni la vita di una persona; i momenti in cui Jason ha i dolori più forti, le fitte lancinanti, il suo cercare con ogni mezzo di far cessare il calvario nelle fasi acute sono estremamente reali, tangibili, tanto che ci si ritrova a soffrire con lui e a provare sollievo quando riesce a sciogliere i nodi.

Si parla di omosessualità e accettazione, della ricerca di sé stessi e di chi si è realmente mettendo da parte pregiudizi, paure e sensi di colpa. Quello che fa la Witt mettendo tra i personaggi un bambino, il figlio di Micheal è rendere tutto molto spontaneo e mostrare quanto sia importante essere sinceri, fare qualsiasi passo con attenzione, ma dire sempre e comunque la verità sulle proprie emozioni. Dylan è un bambino fantastico e il rapporto con i genitori l’ho trovato molto positivo, questo fa di lui un ragazzino sereno, senza preconcetti, con l’unico desiderio di essere amato e vedere chi ama felice.

Una storia semplice quella contenuta in Farsi Forza, ma capace di trasmettere dei messaggi forti, veri e importanti. Il pensiero che si è affacciato alla mia mente appena concluso questo libro riguarda l'importanza che avrebbe per la società l'insegnamento da parte dei genitori della tolleranza e dell’uguaglianza, non avendo paura di dire ai figli la realtà temendo non comprendano fino in fondo o che siano troppo piccoli, perché solo dei bambini a cui è stato mostrato quanto l’amore sia naturale in ogni sua forma potranno creare un mondo migliore e privo di violenze e razzismo.

Alla prossima,
Deborah

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