5^ Tappa BlogTour RITORNO DA TE di J.L.Armentrout | La leggenda delle fate
Buongiorno lettori! Oggi ospito il blogtour per l’uscita del romanzo di un’autrice che amo immensamente (seconda solo alla Hoover nel mio cuore). Jennifer Armentrout non perde un colpo, anche questa volta ha creato una saga paranormal romance che cattura, coinvolge e non ti permette di lasciare le pagine. Il primo volume “Lontano da te” l’ho divorato in esattamente 8 ore, e sono 343 pagine, ho fatto le due di notte ma non potevo proprio rinunciare a scoprire il finale, potete capire la mia gioia nel partecipare al blogtour per il seguito.
Il mio compito è parlarvi di una delle presenze più importante del libro, i fae o fate che dir si voglia. Premetto che ho desiderato questa tappa proprio perché una delle mie passioni sono le fate, cerco di collezionarle quando posso, ho immagini e volumi da colorare ispirati a loro, e amo le leggende e le fiabe che narrano di queste magiche creature. Vi parlerò della leggenda delle fate, ma fate attenzione perché i fae della Armentrout hanno una natura un po’ diversa da quella a cui ho sempre pensato. Pronti a scoprire tutto di questi esseri dell’Altro Mondo?
LA LEGGENDA DELLE FATE
Non crediate che le fate siano sempre piccole. In loro tutto è capriccio, perfino le dimensioni. A quanto pare assumo qualsiasi forma o dimensione piaccia a loro. La loro occupazione principale consiste nel banchettare, lottare, fare l’amore e suonare una musica bellissima.
Questo è un passaggio tratto dalla raccolta “Irish Faery and Folk Tales” scritto da Yates che parla delle fate in uno dei tanti modi in cui vengono descritte questi esseri che definirei volubili.
Sin da bambini siamo stati abituati a conoscere l’aspetto positivo e buono di queste creature dell’Altro Mondo (o Piccolo Mondo), grazie ai racconti che ci venivano fatti e alle fiabe/cartoni animanti, basta ricordare le fate madrine di Cenerentola o La bella addormentata nel bosco. La leggenda delle fate è invece ben più complessa, o per meglio dire le leggende, perché ce ne sono tante e diverse a seconda dei luoghi di cui si parla.
Le più conosciute e comuni leggende sulle fate arrivano dai popoli del Nord Europa, dove le fate sono strettamente legate alla natura e ai suoi elementi, tanto da esisterne vari tipi: le fate dell’aria, leggiadre ed esili fanciulle in grado di trasformarsi e comandare nebbia e foschia; le fate dell’acqua di tradizione germanica, che vivono nei laghi e nei ruscelli, personificano la forza naturale che si manifesta nell’acqua, amano stare incantate a rimirare le acque, sono protettrici e benevole fino a quando non vengono scorte da occhi umani, a quel punto si palesa la loro natura vendicativa; le fate della terra vivono nei boschi, sono raffigurate come giovani e belle donne, si muovono liberamente, danzano e possono unirsi ai mortali; infine le fate del fuoco, un po’ maldestre nel portare aiuto possono generare le fiamme.
Queste sono le fate nella mitolagia del Nord Europa a grandi linee, infatti ogni tipologia è suddivisa in altre ognuna con proprie caratteristiche a seconda del luogo che abitano, ma non posso fare un trattato sulle fate perché ci sarebbe troppo da raccontare. La caratteristica che comunque accomuna tutte queste creature in ogni leggenda è la bellezza perfetta quasi innaturale e le orecchie leggermente a punta.
Le leggende su di loro descrivono il lato buono e positivo delle fate, ma spesso sono anche capricciose e volubili e basta poco per scatenare la loro ira, e con i grandissimi poteri che hanno avere contro una fata può essere distruttivo.
Le fate sono quasi sempre raffigurate come femmine bellissime e affascinanti. Come fanno allora a riprodursi è un mistero non ancora risolto, in molti credono che nascano dagli elementi naturali, altri che fata sia un termine senza genere e esistano anche fate maschio.
Fino a qui la leggenda sulle fate, ma come ce le racconta la Armentrout nella sua saga?
Sono di genere maschile e femminile, sono bellissime sia come li può vedere un umano, sia nella loro forma reale e in questo caso la loro bellezza ha qualcosa di inquietante ed etereo: pelle argentea, morbida e vellutata, capelli chiari e occhi di ghiaccio trasparente che ne provano la natura non umana, orecchie leggermente a punta.
I fae di cui leggiamo non hanno empatia e compassione, hanno una vita quasi immortale (così come nelle leggende), ma per poter vivere a lungo e usare la magia devono nutrirsi della linfa vitale degli umani, che per loro significano cibo.
Sono senza inibizioni e freni morali.
Come avete potuto constatare dovete prepararvi a leggere la saga Wicked avendo bene in mente che i fae che incontrerete sono inquietanti e pericolosi, possono mimetizzarsi, hanno il potere della telecinesi, possono appiccare incendi e soggiogarvi al loro volere e togliervi l'essenza che scorre in voi riducendovi a schiavi.
I fae della Armentrout sono tutti straordinariamente potenti e cattivi...o forse no...
IL LIBRO
CALENDARIO BLOGTOUR
Qui trovate il calendario con tutte le tappe del blogtour, se ve le siete perse andate a dare un’occhiata!
Buona fatata lettura, alla prossima
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