Film e spettacoli: IL SEGRETO DEL SUO VOLTO
Lunedì mi è capitato di vedere un film drammatico che dalle premesse e per la tematica trattata sembrava essere molto interessante. Ammetto che la serata non era delle migliori per mettersi davanti allo schermo, con un caldo torrido e la stanchezza arretrata non sono stati pochi i momenti in cui gli occhi hanno cercato di chiudersi, ma alla fine abbiamo portato a casa il risultato ed ecco qua la mia opinione.
Il film in questione è IL SEGRETO DEL SUO VOLTO (titolo originale : Phoenix) del 2014, diretto da Christian Petzold. Ci porta nell’immediato dopoguerra a percorrere la storia di una donna sopravvissuta ai campi di concentramento.
PS: Questa volta dovrete accontentarvi del mio solo punto di vista, fatevene una ragione xD
"Mi sento più vicina ai nostri morti che ai vivi"
Titolo: Il segreto del suo voltoProtagonisti: Nina Hoss e Ronald ZehrfeldGenere: Drammaticoanno: 2015
Premetto che questo è un genere di film che normalmente è difficile io scelga, però la possibilità di vederlo gratuitamente da casa grazie al sito MyMovies era troppo allettante per chi come me non riesce mai ad avere il tempo di andare al cinema e ha voglia di concedersi una serata davanti allo schermo. E poi ammetto che spesso film o libri ai quali non avrei dato una possibilità si rivelano delle piccole perle di bellezza. Premessa obbligata perché ci tengo a precisare che ciò che sto per dire, come sempre ma particolarmente in questa occasione, è totalmente dettato da un gusto personale, da semplice spettatrice.
Il segreto del suo volto è un film tedesco uscito in Italia a febbraio di quest'anno e ambientato nella Berlino del primo dopoguerra. La protagonista, Nelly è un'ebrea sopravvissuta ai campi di concentramento di cui porta ancora i segni sia fisici, ritrovandosi con il volto sfigurato, che dell'anima. Grazie all'amica Lena riceverà l'assistenza adeguata e rientrerà in patria dove spera di ritrovare l'amato marito, Johnny. Purtroppo l'intervento al volto che ha subito l'ha cambiata e Johnny sembra non riconoscerla più, anche se, notando le molte somiglianze le chiede di farsi passare per la moglie che crede morta in modo da ottenerne la cospicua eredità . Nelly accetta pur di stare accanto al marito e ritrovare un po' della sé stessa di un tempo.
Ha inizio per Nelly una sorta di sdoppiamento di sé: quella che era e che vorrebbe tornare ad essere, e quella che è diventata dopo i campi. Il viso sfigurato e la conseguente operazione di chirurgia per donarle un nuovo aspetto ben rappresentano le due fasi della sua vita, un nuovo inizio che però Nelly, ancora troppo legata al suo passato, non vuole accettare, al da rifiutare la possibilità di un nuovo viso, lei rivuole "il suo viso". Tutto ciò che la spinge ad andare avanti, ciò che in realtà è riuscito a tenerla in vita durante la prigionia nazista è l'amore.
Attraverso atmosfere cupe, un ritmo lento e silenzi, il regista rappresenta l'angoscia di un'anima spezzata nel profondo che vede nell'amore per il marito la sua unica ancora di salvezza. E mentre lo spettatore capisce chi è veramente Johnny e l'amica Lena, realista e impossibilitata a perdonare i suoi carnefici tenta di porla davanti alla realtà dei fatti, Nelly non vuole vedere, al punto da rinnegare chi è realmente per poter perseguire quell'amore che ha idealizzato.
Un film che tenta di scavare nell'animo di una superstite, mostrarne l'estrema fragilità e il desiderio di aggrapparsi ad un'illusione per superare Auschwitz e i suoi orrori, ma che a mio parere rimane come incompiuto e un po' freddo.
Attraverso atmosfere cupe, un ritmo lento e silenzi, il regista rappresenta l'angoscia di un'anima spezzata nel profondo che vede nell'amore per il marito la sua unica ancora di salvezza. E mentre lo spettatore capisce chi è veramente Johnny e l'amica Lena, realista e impossibilitata a perdonare i suoi carnefici tenta di porla davanti alla realtà dei fatti, Nelly non vuole vedere, al punto da rinnegare chi è realmente per poter perseguire quell'amore che ha idealizzato.
Un film che tenta di scavare nell'animo di una superstite, mostrarne l'estrema fragilità e il desiderio di aggrapparsi ad un'illusione per superare Auschwitz e i suoi orrori, ma che a mio parere rimane come incompiuto e un po' freddo.
Purtroppo ammetto che, probabilmente per un mio limite, lo stile scelto, il ritmo lento e le molte metafore non mi hanno coinvolto, spesso mi sono ritrovata "distrarmi" durante la visione. Il finale è sicuramente originale e diverso da ciò che ci si aspetta, direi il momento migliore di un film che cerca di trasmettere speranze e nuove possibilità ma che con me ha mancato l'obiettivo. Non ho provato l'empatia sufficiente verso una protagonista per la quale invece avrei voluto e dovuto provarla; la devastazione della sua anima si esprime attraverso l'apatia, mentre avrei preferito vedere anche la sua rabbia e il dolore che sicuramente avrebbe dovuto portarsi dentro. Inoltre ci sono alcuni aspetti narrativi che ho trovato incongruenti e mi hanno lasciato perplessa.
Un film certamente più adatto a chi ama il cinema impegnato, fatto di metafore e riferimenti, ma che manca un po' nella parte emotiva.
Un film certamente più adatto a chi ama il cinema impegnato, fatto di metafore e riferimenti, ma che manca un po' nella parte emotiva.
Introspettivo
2 Commenti
La trama mi piace, ma in questo periodo ho voglia di leggerezza... Lo vedo di più come titolo autunnale :) baci
RispondiEliminadalla trama anch'io ero stata catturata, se lo vedi fammi sapere. baci
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