Recensione di Dieci tazze a colazione, di Irene Renei
Copia digitale fornita dalla casa editrice |
Protagonisti
I tacchi alti saranno pure eleganti, ma con Daniele ho imparato una vita a piedi scalzi: mi godo di più la passeggiata.
Trama
Scopriamo la vita di Irene dalle sue stesse parole, il suo percorso di donna, quel suo bisogno di maternità che l'ha sempre accompagnata e che forse, in qualche modo, le ha indicato la strada da intraprendere. Irene si trova attraverso gli anni, mentre vede i figli crescere e l'amore per il marito sempre presente, ad avere la necessità forse egoistica di prendersi del tempo per sé, di ritrovarsi al di là di tutto.
È per questo che si avvicina a una comunità che accoglie donne con i loro figli che hanno subito abusi o comunque non hanno avuto le stesse possibilità e fortuna di nascere nel luogo e nell'ambiente sociale capace di dare loro una normalità che per tutti noi è data per scontata.
Fare la volontaria in questo luogo è qualcosa che la trasforma, la arricchisce, non solo di storie di vita, di dolori e difficoltà , di lingue e sapori diversi, ma anche di solidarietà , di affetti, di un tipo di unione tra anime che è difficile trovare tutti i giorni nelle nostre quotidianità .
È una forma di baratto che abbiamo sperimentato volentieri e apprezzato sempre di più. Ci scambiamo quello che siamo e che sappiamo: non c'è bisogno di soldi per arricchirsi, bastano le persone, le differenze, le conoscenze, le capacità individuali. Ognuno mette in gioco ciò che è, non ciò che ha.
Un regalo, per sé stessa, per la propria vita, ma anche per tutta la sua famiglia, che, ben presto si allarga in maniera esponenziale, grazie anche alla decisione di diventare famiglia affidataria.
Opinione
In uno stile lineare e semplice, senza fronzoli ma con tantissimi spunti di riflessione e frasi da sottolineare e conservare, Irene Renei è capace di portarci nella sua vita, attraversare i suoi pensieri e le sue emozioni, farci sentire parte anche se in piccola parte di quella sua famiglia, forse diversa da quelle a cui siamo abituate, ma così reale nel senso più profondo del termine.
Coraggio, solidarietà ed empatia: sono tre caratteristiche con cui posso facilmente descrivere Irene, ciò che possiede forse in maniera innata, ma che solo grazie a questa sua decisione di donarsi agli altri prende una reale forma.
Certamente l'autrice non si nasconde dietro il buonismo, perché spesso non basta il desiderio di aiutare, ma si deve prima "imparare" a mantenere un equilibrio tra amore donato e capacità di relazionarsi in modo giusto, destreggiandosi nel frattempo attraverso difficoltà economiche e burocratiche, ma anche realtà fatte di pregiudizio e indifferenza.
Un libro di quelli capaci di insegnare, donarsi, anche senza averne la pretesa, ma che proprio per questo ci dona un "esempio" da seguire, ci indica una strada da intraprendere, non necessariamente allo stesso modo, ma con lo stesso desiderio di accoglienza e solidarietà che può cambiare la vita non solo degli altri, ma in primis di noi stessi.
0 Commenti
Lasciami un commento, risponderò con piacere. Spunta la casella Inviami notifiche per essere avvisato via email dei nuovi commenti inseriti.
Info sulla Privacy