Recensione di La stanza delle illusioni di Diego Pitea
Copia digitale fornita dalla casa editrice |
Recensione in anteprima di La stanza delle illusioni, giallo scritto da Diego Pitea e pubblicato oggi da AltreVoci edizioni.
In questo venerdì instabile ho il piacere di parlarvi di un giallo che mi ha ricordato le atmosfere di Agatha Christie e Poirot. Il nostro protagonista, dalle caratteristiche molto particolari, dovrà indagare su un delitto dai contorni inquietanti e mettere insieme i piccoli dettagli di un puzzle che sembrano non voler combaciare.
Devo dire che non leggo molti gialli classici, ma in questo caso sono stata felice di aver avuto l’opportunità di conoscere questa penna, la storia è ricca di spunti, dettagli e viene facile lasciarsi trasportare nelle indagini.

Protagonisti
Richard Dale è uno psicologo che soffre della sindrome di Asperger. Questo disturbo ne fa un uomo particolarmente acuto e intelligente, attento ai dettagli e capace di risolvere enigmi particolarmente difficili. Nonostante il suo lavoro lo porti al contatto con ogni genere di sentimento umano, per lui esprimere questi suoi sentimenti è sempre stato difficile. L’amore l’ha portato in Italia, dove ha sposato Matilde, una donna che sa stargli accanto nonostante i suoi silenzi, le sue piccole manie e i suoi momenti di distacco.
La storia
Alla porta di Richard bussa un noto avvocato che chiede il suo aiuto in nome di un suo prestigioso assistito, Cesare Borghi. L’uomo d’affari ha ricevuto delle lettere minatorie e vorrebbe il suo aiuto per conoscerne il mittente. Dopo un primo momento di incertezza, Richard decide di accettare incuriosito dal fatto che l’indirizzo sulle buste sia scritto stranamente a mano, una leggerezza incomprensibile da parte di qualcuno che sta minacciando di morte una persona.
Si trova così ad affrontare un viaggio assieme alla moglie verso una villa in mezzo alle Dolomiti, un luogo già di per sé inquietante per la posizione isolata e difficilmente raggiungibile, nel quale si troverà assieme a un gruppo di persone tra cui Borghi sospetta possa nascondersi il misterioso mittente delle lettere.
Sin dal suo arrivo e dall’incontro con Borghi, però, Richard capisce che c’è qualcosa di strano in tutta la situazione e che i rapporti tra quelle persone nascondono molti segreti.
Inizia così la sua indagine, che si trasforma ben presto in un’indagine per un omicidio dai contorni inquietanti, tanto è vero che è stato commesso in una stanza chiusa dall’interno in cui era presente solo la vittima.
L’arguzia e la sua capacità di leggere le persone e far combaciare i dettagli lo portano a imboccare una pista, che solo alla fine svelerà una storia inaspettata e un assassino ancor più impensabile.
Stile dell'autore
Opinioni e sensazioni
Mi sono appassionata alla vicenda, e ho provato anche molta empatia per Richard e soprattutto per la moglie, che inizialmente non mi aveva fatto una grande impressione, ma che con l’andare avanti della vicenda ho scoperto una donna fragile ma allo stesso tempo forte, innamorata di un uomo dagli aspetti non facili da capire, al quale stare accanto significa accettare silenzi, stranezze e a volte una “immobilità ” nei sentimenti che potrebbe essere scambiata per disinteresse.
L’epilogo, dove tutto trova una sua spiegazione è giusto per il tipo di narrazione e struttura che è stata data al romanzo, e ho avuto modo di chiudere il cerchio su quanto accaduto e le sue motivazioni. Ma soprattutto, il richiamo a una zanzara che avevamo già incontrato nel prologo…che dire, un piccolo tocco speciale per la conclusione della storia.
0 Commenti
Lasciami un commento, risponderò con piacere. Spunta la casella Inviami notifiche per essere avvisato via email dei nuovi commenti inseriti.
Info sulla Privacy