Un libro in vetrina: Citazioni da Helena
E siamo al terzo appuntamento, ormai manca poco alla fine per conoscere HELENA, l’Urban Fantasy di Ornella Calcagnile.
Vi ricordo di lasciare i vostri commenti e condividere per tentare di vincere una delle due copie ebook di Black-The Hunter, lo spin-off del libro, e oggi ci addentreremo ancora di più nel libro con qualche estratto.
Pronti? Allora non perdiamo altro tempo.
Alla fine del rituale, il fuoco divenne più vivo e proprio nel mezzo dei cinque punti di luce, iniziò a comparire qualcosa: un bagliore accecante rossastro fece breccia in tutta la boscaglia e, dinanzi a noi, prese forma una sagoma di donna.Il demone si era manifestato con il corpo di un’avvenente ragazza dalla pelle color carbone, vestita di nero, con capelli corvini e gli indumenti altrettanto scuri. Spiccavano gli occhi rossi e un ciondolo sempre vermiglio appeso al collo, che sembrava racchiudere un piccolo nucleo di energia.«Chi di voi vuole fare un patto?», domandò subito il demone puntandoci addosso i suoi occhi assassini.
La Dama mi accolse come una figlia, abbracciandomi delicatamente, poi mi fece accomodare al capo opposto del Duca. I tre vampiri erano di fronte a me come per osservarmi e giudicarmi. Non avevo il coraggio di alzare lo sguardo sul capostipite. Eppure, prima o poi, avrei dovuto guardarlo in volto. Mi sentii davvero sola contro tutti.
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Mi capitava di guardare la luna, la luna piena che mi riportava alla mente il ricordo di quella sera quando mi affacciai al balcone e poi mi ritrovai di fronte alla strage. Era in quei momenti che non riuscivo a fermare le lacrime e, per non farmi vedere, mi rifugiavo in stanza o in bagno, rannicchiata da qualche parte a patire in silenzio. Solo Sam riusciva a capire quando stavo per crollare e magicamente mi appariva accanto con fare dolce, pronto a consolarmi e a lasciarmi sfogare. Il suo abbraccio sembrava essere dotato di qualche potere miracoloso in grado di calmarmi.
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«Ciao bambolina ti sei svegliata finalmente, accomodati. Per stasera non andrai da nessuna parte», disse in tono amichevole il ragazzo con la felpa grigia e i capelli castani leggermente scompigliati. Dalla felpa, capii che era stato lui a portarmi fuori in braccio dalla stazione di polizia, lui che mi aveva preso delicatamente quando stavo per crollare in quella nube di fumo e di confusione.«Stai tranquilla, sei al sicuro», continuò dicendo, con uno sguardo buono e le labbra sottili piegate in un mezzo sorriso. Aveva il viso fine e gli occhi scuri dai quali si riusciva a percepire un animo gentile. Mi riavvicinai al letto e presi coraggio: «Chi siete? Che cosa volete da me?» Chiesi con un filo di voce.
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Helena, con lo sguardo assente, si guardò attorno come se avesse visto o sentito qualcosa, e poi mi guardò perplessa. La abbracciai.«Devi contare su qualcuno, fidati di me...».«D'accordo», sibilò con la voce di una bambina triste e mi si strinse il cuore. Iniziai a pensare che Helena, per il suo temperamento, potesse costituire un problema. Continuando a mantenere quel comportamento irresponsabile, si sarebbe fatta ammazzare e avrebbe coinvolto anche noi. Speravo fosse solo un momento e che avrebbe reagito prima o poi. Doveva ammortizzare il dolore e la perdita, ma doveva farlo in fretta.
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Avevo indosso un lungo vestito bianco, di un tessuto morbido e liscio al tatto, sicuramente seta. Mi sentivo nuda, anche se ero vestita. Sembravo una vergine da sacrificare e non mi piaceva per niente. Fortunatamente ero ancora umana, perché non avevo voglia di sangue, sentivo ancora il cuore battere e i polmoni gonfiarsi a ogni respiro, soprattutto sentivo dolore alla testa sulla parte che avevo battuto nell'incidente; ma chissà per quanto ancora sarei rimasta in vita.
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«Non ti è chiara una cosa, voglio godermi il calore del tuo corpo fino in fondo. Sai che voglio dire? Non vorrei consumare prima della tua consacrazione alla famiglia, ma è così difficile resisterti», disse accarezzandomi il viso, mentre l’altra mano mi sollevava la veste scorrendo sulla gamba. Il suo tocco gelido mi fece venire i brividi.«Cassian, ti prego», mugolai.«Shhhh… Rilassati», disse lui sfiorando le mie labbra con le sue.«Non vorrai approfittare così della situazione, sei un gentil uomo!», ribattei agitata.«Magari un assaggino posso concedermelo», sussurrò vicino al mio orecchio, mentre la sua mano era arrivata alla coscia.
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... i miei pensieri furono interrotti da Cassian, di nuovo lì, davanti ai miei occhi timorosi di trovarsi di fronte al capo famiglia.«Andiamo cara…».Mi prese per mano, mi scortò fuori dalla camera e me la tenne delicatamente anche per aiutarmi a scendere la scalinata che portava nell’ampio salone. Mi teneva con la dolcezza di un ragazzo innamorato; era così tenero da non sembrare lui.
4 Commenti
Grazie Deb!
RispondiEliminaBellissimi questi estratti! Mi fanno venire voglia di leggere subito il libro!
RispondiEliminaUn bacione
Brava Deb hai scelto degli estratti magnifici il mio preferito è quello riguardante Sam
RispondiElimina"Mi capitava di guardare la luna, la luna piena che mi riportava alla mente il ricordo di quella sera quando mi affacciai al balcone e poi mi ritrovai di fronte alla strage. Era in quei momenti che non riuscivo a fermare le lacrime e, per non farmi vedere, mi rifugiavo in stanza o in bagno, rannicchiata da qualche parte a patire in silenzio. Solo Sam riusciva a capire quando stavo per crollare e magicamente mi appariva accanto con fare dolce, pronto a consolarmi e a lasciarmi sfogare. Il suo abbraccio sembrava essere dotato di qualche potere miracoloso in grado di calmarmi"
Bellissimi estratti e personaggi intriganti. Anche le foto sono decisamente azzeccate.
RispondiEliminaPoi io sono di parte: amo molto questo genere letterario.
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