Teaser Tuesdays #2: "Ciliegio in fiore" di Nora Noir
Rubrica ideata dal blog Should Be Reading |
Se volete partecipare lasciate il vostro teaser nei commenti seguendo queste semplici regole:
♥ Aprire il libro in lettura in un punto a caso
♥ Condividere un breve spezzone della pagina
♥ NON FARE SPOILER!
♥ Riportare il titolo e l'autore del libro, così altri lettori possono aggiungerlo alla loro wish-list
Buon martedì gente!
E come ogni martedì (o quasi...) iniziamo la giornata con la rubrica Teaser Tuesdays. Oggi tocca a un romance erotico che sto leggendo in questi giorni e di cui credo vi parlerò a breve.
Ma ora l'estratto!
Ma ora l'estratto!
Per fortuna dopo un po’ che siamo lì a chiacchierare ritorna; ha le mani dietro la schiena.
«Posso avere l’onore di bere un tè servito da addirittura due geishe a mia disposizione?»
«Ale, smettila: non siamo geishe, e soprattutto non siamo a tua disposizione.»
«Peccato, perché avevo preso un piccolo dono per le mie geishe.»
Svela cosa celava dietro la schiena: stringe in mano una confezione di dolcetti giapponesi tutti colorati. Dopo più di un’ora a bere solo tè verde il mio stomaco ha proprio bisogno di questo. E anche il mio umore.
«In tal caso, puoi sederti con noi a bere il tè, ma te lo servi da solo!» esclama Flavia strappandogli via dalle mani la scatola. Io, mossa da gratitudine e chissà che altro, senza dire una parola mi alzo, vado in cucina a prendere un’altra tazza e un tovagliolino di carta.
Torno in terrazza, ne pulisco i bordi con delicatezza e poi la appoggio davanti ad Alessandro. Nel frattempo recupero un’altra bustina e aggiungo acqua calda alla teiera.
Flavia si mette in bocca due dolcetti e si alza. «Scusate, ma dopo tre tazze me la sto facendo addosso. Torno subito!» esclama.
Io proseguo la mia strampalata operazione. Prendo la teiera di Snoopy e verso con cura l’acqua nella tazza. Aggiungo la bustina e la faccio salire e scendere tenendola per il filo, che poi ripongo delicatamente di lato. Prendo un dolcetto e lo metto lì, vicino alla sua mano appoggiata sul tavolo.
Per tutto il tempo, sento il suo sguardo accarezzarmi il corpo e accompagnarmi in ogni gesto.
Sorrido, mimo un inchino e mi siedo.
Lui sorseggia. «Ãˆ il tè più buono che abbia mai bevuto in vita mia!» esclama con un finto tono cerimonioso.
Flavia torna.
«Ma se non sa di niente!»
Alle sei e mezza decido che forse è il momento di andare a casa.
Mi alzo.
«Bene, tolgo il disturbo.»
Flavia si rilassa sulla sedia, allunga le gambe e le appoggia al parapetto del terrazzo. Si accende una sigaretta smanettando con il telefonino.
«Ciao, Bea, ci vediamo lunedì in ufficio.»
Mi dirigo verso il portone e Alessandro mi accompagna. Confermo la prima impressione: con sua sorella non c’entra nulla.
«Mi ha fatto piacere conoscerti, Beatrice. A presto, allora.»
«Ci si rivede sabato prossimo, ormai abbiamo deciso che faremo il ripassino della lezione del venerdì.»
Chiamo l’ascensore.
«Ah, te lo dico: mia sorella non arriverà alla terza lezione, credimi.»
«Ma no, dai, abbi fiducia.»
L’ascensore arriva e le porte si aprono.
«Ciao!»
«Ciao!»
«Ah, Beatrice...»
«Dimmi.»
«Grazie, è stato davvero bello quello che hai fatto per me.»
Il mio cuore ha un sussulto. Una frase carina dopo tanto tempo.
«Grazie a te per i dolcetti.»
«Posso avere l’onore di bere un tè servito da addirittura due geishe a mia disposizione?»
«Ale, smettila: non siamo geishe, e soprattutto non siamo a tua disposizione.»
«Peccato, perché avevo preso un piccolo dono per le mie geishe.»
Svela cosa celava dietro la schiena: stringe in mano una confezione di dolcetti giapponesi tutti colorati. Dopo più di un’ora a bere solo tè verde il mio stomaco ha proprio bisogno di questo. E anche il mio umore.
«In tal caso, puoi sederti con noi a bere il tè, ma te lo servi da solo!» esclama Flavia strappandogli via dalle mani la scatola. Io, mossa da gratitudine e chissà che altro, senza dire una parola mi alzo, vado in cucina a prendere un’altra tazza e un tovagliolino di carta.
Torno in terrazza, ne pulisco i bordi con delicatezza e poi la appoggio davanti ad Alessandro. Nel frattempo recupero un’altra bustina e aggiungo acqua calda alla teiera.
Flavia si mette in bocca due dolcetti e si alza. «Scusate, ma dopo tre tazze me la sto facendo addosso. Torno subito!» esclama.
Io proseguo la mia strampalata operazione. Prendo la teiera di Snoopy e verso con cura l’acqua nella tazza. Aggiungo la bustina e la faccio salire e scendere tenendola per il filo, che poi ripongo delicatamente di lato. Prendo un dolcetto e lo metto lì, vicino alla sua mano appoggiata sul tavolo.
Per tutto il tempo, sento il suo sguardo accarezzarmi il corpo e accompagnarmi in ogni gesto.
Sorrido, mimo un inchino e mi siedo.
Lui sorseggia. «Ãˆ il tè più buono che abbia mai bevuto in vita mia!» esclama con un finto tono cerimonioso.
Flavia torna.
«Ma se non sa di niente!»
Alle sei e mezza decido che forse è il momento di andare a casa.
Mi alzo.
«Bene, tolgo il disturbo.»
Flavia si rilassa sulla sedia, allunga le gambe e le appoggia al parapetto del terrazzo. Si accende una sigaretta smanettando con il telefonino.
«Ciao, Bea, ci vediamo lunedì in ufficio.»
Mi dirigo verso il portone e Alessandro mi accompagna. Confermo la prima impressione: con sua sorella non c’entra nulla.
«Mi ha fatto piacere conoscerti, Beatrice. A presto, allora.»
«Ci si rivede sabato prossimo, ormai abbiamo deciso che faremo il ripassino della lezione del venerdì.»
Chiamo l’ascensore.
«Ah, te lo dico: mia sorella non arriverà alla terza lezione, credimi.»
«Ma no, dai, abbi fiducia.»
L’ascensore arriva e le porte si aprono.
«Ciao!»
«Ciao!»
«Ah, Beatrice...»
«Dimmi.»
«Grazie, è stato davvero bello quello che hai fatto per me.»
Il mio cuore ha un sussulto. Una frase carina dopo tanto tempo.
«Grazie a te per i dolcetti.»
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