Anteprima: NON SENZA DI TE di Manuela Dicati - Leggendo Romance



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Un libro per...

Anteprima: NON SENZA DI TE di Manuela Dicati

mCarissimi non ho resistito, appena avuta la possibilità di carpire qualche informazione in più relativamente alla nuova avventura di Manuela Dicati non vedevo l’ora di poterla condividere con voi, ed eccomi qui.

Questa volta si tratta di un romance (sì, senza paranormal o suspense o altro, un puro romance). Manuela si cimenta per la prima volta in questo genere e io, avendo già letto gli altri suoi lavori faccio il tifo per lei e per questo suo nuovo obiettivo che, da quel che ho già avuto modo di vedere, farà certamente battere il cuore, e non solo d’amore.

Quindi bando ai convenevoli e leggetevi questa ricca anteprima in cui troverete, sparsi per il post, oltre a degli estratti, anche le immagini dei luoghi più significativi in cui è ambientata la vicenda, in Umbria, terra natale della stessa autrice. E tenetevi pronti all’’uscita prevista per lunedì 11.

«Musica, flash, sole, risate, tanta gioia e la convinzione che sarebbe durato per sempre. Poi il buio. Urla, recriminazioni, lacrime… una porta sbattuta in faccia.»

NON SENZA DI TE
Titolo: Non Senza di Te
Autore: Manuela Dicati
Genere: Romance
Formato: e-book (presto anche cartaceo)

Amazon 
 gratis per Kindle Unlimited
Sinossi:
A Sofia è appena crollato il mondo addosso dopo che suo marito l’ha lasciata. La sua vita è distrutta, i suoi sogni e speranze infranti dopo una porta sbattuta in faccia. Ora deve ricominciare da capo e per prima cosa le serve un lavoro. L’incontro inaspettato con Simone le dà l’opportunità perfetta. L’unico problema è che lui è il migliore amico di suo marito e forse non è la persona più adatta da cui farsi aiutare.
Simone non vede Sofia da mesi. Concentrato sulla sua attività imprenditoriale ha lasciato da parte amicizie, amore e svaghi. Quando si imbatte nella donna e scopre cosa le è successo, qualcosa dentro di lui lo spinge a offrirle un impiego.
Ma ogni scelta ha le sue conseguenze, imprevedibili nel presente e capaci di stravolgere intere esistenze. Complici alcuni sfortunati incidenti, una trasferta di lavoro sulle affascinanti colline umbre, una sorella testarda e un’amica del cuore, i due ragazzi si ritroveranno ben presto a fare i conti con un’attrazione e un sentimento che non avevano previsto.
Riuscirà Sofia a ricostruire la propria autostima e fidarsi ancora di un uomo? E Simone? Sarà in grado di mettere da parte il proprio egoismo e aprirsi all’amore?


Il dolore dell’abbandono, l’infrangersi delle proprie certezze, il tradimento…
  
corso vannucci a Perugia
Corso Vannucci a Perugia


Estratto

Sofia si svegliò, mantenendo però gli occhi chiusi.
“Ancora quel sogno”, pensò, “o meglio, quel ricordo”.
Si portò una mano al petto e si strofinò con lenti movimenti circolari all’altezza del cuore.
“E ancora questo strazio”.
Il dolore era lo stesso di due mesi prima e le opprimeva il petto impedendole di respirare. Conosceva bene la sensazione e sapeva che non sarebbe finita molto presto. Il tempo avrebbe aiutato? Sì, lo avrebbe fatto. Per quanto in quel momento non avesse nemmeno la forza di muovere un passo, bene o male avrebbe continuato ad andare avanti finché tutto sarebbe stato più sopportabile. Ci era già passata, molte volte, troppe. Per questo sapeva anche che niente avrebbe mai cancellato del tutto le tracce di quella nuova, devastante ferita, che sarebbe tornata a tormentarla nei momenti più inaspettati.
Sofia sospirò e sollevò le palpebre. La luce del mattino le ferì le pupille costringendola a richiuderle subito. Doveva ancora riabituarsi a dormire con le persiane aperte lasciando che fossero i raggi del sole a destarla. Suo marito aveva sempre detestato questa abitudine e gliela aveva fatta cambiare. No, non suo marito, ma lui. Non aveva più diritto di forgiarsi di quel titolo da quando aveva preso la decisione che le aveva spezzato il cuore e la vita. Meglio non pensarci o mille ricordi, rimorsi e paure le avrebbero impedito di lasciare quel letto.
Si strofinò gli occhi e provò ancora una volta a sfidare la luminosità della stanza. La voce dello speaker alla radio emerse dalla camera dei suoi genitori, vicina alla sua, superando la porta chiusa e accarezzandole i timpani. Doveva riacquistare anche quella consuetudine: svegliarsi alle 7:00 col giornale radio. Non aveva voglia di ascoltare le notizie o si sarebbe depressa ancora di più. Preferì concentrarsi sul cinguettare degli uccellini di quella soleggiata mattina di primavera, che la invitavano ad alzarsi e iniziare la giornata. Sì, un po’ come Cenerentola, peccato lei non potesse cantare “I Sogni son desideri”. I suoi sogni si erano infranti miseramente due mesi prima. Scosse la testa per scacciare via quelle cupe riflessioni. Era un gesto che era costretta a fare molto spesso in quel periodo. Si fece coraggio e, un piede dietro l’altro, si alzò. Uscì come un automa dalla propria stanza, la stessa che l’aveva vista crescere e passare dall’età infantile a quella adulta, la stessa in cui aveva passato la sua ultima notte da donna nubile…
Altra scrollata di testa.
No, basta quei pensieri tristi anche se, per quanto ci provasse, non riusciva a impedire loro di fare capolino nella sua mente a loro piacimento. Un matrimonio durato quattro anni non si cancellava in poco tempo; i ricordi di un amore sbocciato a vent’anni e finito a trentatré nel peggiore dei modi, non venivano spazzati via in un baleno. Magari fosse stato così. Poter resettare tutto e ripartire da zero, dimenticare.
stazione di Perugia Sant'Anna
Stazione di Perugia S.Anna
San Feliciano sul lago Trasimeno
San Feliciano sul Lago Trasimeno

E poi forse, una nuova occasione dove non ti aspetteresti mai di trovarla…

Colfiorito
Colfiorito
Estratto

“Puoi farcela, Sofy. Sei abbastanza forte. E non puoi darla vinta a quel bastardo”, pensò per farsi coraggio. Un altro lungo respiro e riaprì gli occhi.
«Bene, si va», disse a se stessa dandosi una pacca sulla spalla immaginaria e scendendo nel frattempo dall’auto. «Ci si rimette in gioco».
Un’ora dopo Sofia usciva dal primo degli uffici di collocamento a cui avrebbe fatto visita quel giorno. Aveva aggiornato i suoi dati dando la disponibilità a trasferimenti e viaggi. Suo marito non aveva mai voluto. Non voleva dividere la famiglia, diceva.
“Che ipocrita”, pensò con irritazione mentre scendeva a passo svelto la rampa di scale del palazzo. Le vennero in mente i tanti “no” che si era sentita ripetere in quegli anni. No a un trasferimento, no a lavori non adatti alla sua laurea, no a impieghi che impegnavano i week-end, no, no, no. A ogni scalino immaginava di calpestare con forza un diniego che l’aveva costretta a vivere l’alienante condizione della disoccupazione e che ora l’aveva imprigionata a casa dei suoi genitori. Alla seconda rampa di scale era così accecata dalla rabbia che non vedeva dove metteva i piedi.
«Ehi, attenta!»
Sofia tornò alla realtà e si bloccò giusto in tempo per evitare di scontrarsi con l’uomo che le aveva lanciato l’avvertimento.
«Mi scusi, ero distratta», disse mentre faceva un passo indietro per allontanarsi e proseguire la sua strada.
«Distratta è dir poco. Avevi lo sguardo così arrabbiato che ho avuto quasi paura ad avvicinarmi», affermò l’altro divertito.
In quel momento Sofia riconobbe la voce. Sollevò la testa e incontrò un viso familiare: due grandi occhi color ambra e un viso dai lineamenti marcati.
«Tutto bene?», le domandò lui vedendo che continuava a mantenere il silenzio.
«Che ci fai qui, Simone?», riuscì a dire dopo la prima sorpresa nel trovarsi davanti il migliore amico di suo marito.
«Questioni di lavoro».
«Già, stessa cosa».
«Sei in cerca?»
«Bè, per forza. Francesco era l’unico a portare a casa uno stipendio».
«Ha perso il posto? Ma non possono averlo cacciato da scuola, giusto?»
Sofia fu assalita da un tremendo sospetto. Possibile che Simone non sapesse nulla?
«Da quanto non senti Francesco esattamente?»
«Credo sia stato a gennaio, alla cena in cui eri presente anche tu. Quindi tre mesi circa».
Allora davvero non sapeva nulla. E ora? Che gli poteva dire?
«Ãˆ così? È stato licenziato?», le domandò ora con sguardo preoccupato.
Bè, non poteva non dirgli nulla. Inspirò profondamente e lanciò la bomba.
«Francesco mi ha lasciato due mesi fa».
 
Simone stentò a capire il senso di ciò che aveva udito.
«Che significa lasciato? Sofia, scusa, ma che vuoi dire?»
«Aveva un’altra. Ha confessato di non amarmi più e non volere stare con me. Ha fatto le valigie e se ne è andato. Fine del matrimonio. Ciao. Ecco in che senso».
Simone era consapevole di avere uno sguardo da ebete e la bocca spalancata, ma tutto si aspettava tranne quello. Cercava nella sua testa una frase, una parola, qualsiasi cosa per ribattere a quella notizia. Sofia doveva essere a pezzi e ora capiva il perché di quei segni viola che le cerchiavano gli occhi, della tristezza nello sguardo, così spento rispetto a quello che aveva imparato a conoscere. Non sapeva che dire.
«Ah», fu tutto ciò che il suo misero cervello in blackout riuscì a produrre.
“Complimenti, Simo, bravo” pensò, tentando di trovare qualcosa per rimediare a quella misera figura. “E fortuna che passo per uno con prontezza di spirito”.
Con sua sorpresa Sofia scoppiò a ridere fragorosamente.
«Scusa, io…», balbettò lui, scosso da quella reazione, ma lei continuava a ridere. «Non vedo cosa ci sia di così buffo», le disse infine risentito.
Sofia tornò seria. «Perdono. Non era derisione la mia, era ilarità. Mi aspettavo ogni tipo di reazione, ne ho viste molte in questi due mesi, ma sei il primo che mi ha risposto con un semplice “ah”. E avresti dovuto vedere la tua faccia. Mi hai spiazzata, ma almeno non mi hai propinato le solite frasi fatte».
Sofia continuava a guardarlo divertita. Per fortuna non si era offesa.
«Senti, ti va un caffè?», le propose.
Quegli occhi leggermente lucidi di buonumore si fecero improvvisamente ombrosi e tristi. Simone immaginava il motivo, ma la proposta era uscita così, da sola, prima che potesse rifletterci. Non voleva che gli raccontasse nulla solo fare due chiacchiere. Non avrebbe certo chiesto notizie a lei di ciò che era successo con Francesco. «Non fa niente», si affrettò quindi a precisare. «Immagino tu abbia da fare».
«No, un caffè ci starebbe bene», rispose lei con un leggero sorriso.



autrice

Manuela Dicati è nata nel 1979 a Perugia dove vive attualmente con i suoi tre figli. Laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Perugia, ha lavorato come scrittrice per una casa editrice proprietaria di numerose testate on line.
Ama i cani e lo sport. Adora leggere di tutto divorando libri, manga e fumetti.
Nel 2013 ha iniziato a coltivare il sogno di scrivere romanzi ed è nato il suo primo libro pubblicato in e-book: “I Custodi della Notte”, poi divenuto il primo volume di una saga di cui sono attualmente usciti altri due capitoli: “Alba Oscura” e “L’Emblema”.
Nel 2015 ha pubblicato con Newton Compton Editori un romantic suspense dal titolo: “L’Assassino della Porta Accanto”.

Inutile dirvi che io ne ho già programmato la lettura, anche perché gli estratti mi hanno conquistata.Credo ci sarà da emozionarsi e commuoversi per la storia di Sofia, voi cosa ne pensate?


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2 Commenti

  1. Grazie Deb, bellissima presentazione. Sono curiosa di sapere proprio che ne pensi, sperando che ti piaccia. Non sono abituata a scrivere storie senza morti o combattimenti o cose un po' più movimentate. Non so se la storia emozionerà. Speriamo!

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  2. eccolo qua finito di filato nella mia WL povera me ma non posso non essere curiosa

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